Fino a quando la Digos non è andata a cercare Mohamed Triki nei pressi della Moschea di via Romagnoli, il quartierone adiacente era un tranquillo luogo di spaccio di sostanze stupefacenti gestito in maniera sistemica dai nordafricani. Organizzazione ferrea quella legata alla vendita di droghe: di giorno il mercato grosso dell’hascisc nel piazzale delle autolinee frequentato da migliaia di studenti minorenni; il pomeriggio e fino a tarda notte tunisini, algerini e marocchini vendono ciascuno la sua droga nei lotti delle case popolari costruite da Benito Mussolini. Ogni lotto la sua droga: la descrizione di questo traffico nel quartiere più multietnico della città non è scritta in un dossier investigativo ma sta, nero su bianco, nel resoconto dell’ultima riunione del comitato civico del quartiere Nicolosi. Abitano lì i potenziali lettori dei volantini distribuiti da Triki davanti alla moschea di via Romagnoli.Â