E’ stata operata e sta meglio la donna incinta che ieri, mentre insieme ad un gruppo di amici era in gita su una barca a motore nel mare di Ponza, è stata colpita da un arpione a tre alette partito dalla fiocina di un sub.

R.M. (queste le iniziale della vittima dell’incredibile incidente), 30 anni, residente in provincia di Frosinone in un centro vicino il Capoluogo non ancora reso noto, al secondo mese e mezzo di gravidanza, è ora immobilizzata in un lettino dell’ospedale “San Camillo” di Roma, dove è stata trasportata d’urgenza ieri pomeriggio con un’eliambulanza ed immediatamente operata al fianco sinistro, dove si era conficcata l’asta della fiocina. Sta bene, stando alle ecografie ed agli esami effettuati, il bambino che porta in grembo.

Il racconto

A raccontarci l’accaduto è stata direttamente la protagonista della disavventura, che abbiamo raggiunto telefonicamente.

“La prima cosa che voglio precisare – ci ha detto con voce fioca per via dei fortissimi dolori dovuti sia alla ferita sia all’operazione subita  – è che il sub che mi ha colpito non è né un amico né, tantomeno, il mio fidanzato come qualche organo di stampa ha scritto. Non so proprio chi sia, mai visto. Desidero che questo aspetto venga chiarito bene perché il mio compagno non c’entra assolutamente nulla. Lui era con me in barca ed è vittima quanto me dell’accaduto”.

La ricostruzione dell'incidente

Quindi, il ricordo dell’incidente, secondo la sua versione dei fatti: “Erano le 16 circa e con altri amici, in tutto eravamo sei, stavamo tornando da una gita in barca tra le famose cale di Ponza. All’improvviso abbiamo sentito come un botto sotto la barca. Abbiamo percorso qualche altro metro e dall’acqua è emerso un sub, ripeto: mai visto. L’uomo ha iniziato a inveire contro di noi accusandoci che volevamo ammazzarlo. In realtà, in difetto era lui che non aveva segnalato la sua posizione né con una boa né con le classiche bandierine. Né è nato un violento litigio durante il quale ci ha minacciato di colpire la nostra barca con un colpo del suo fucile da pesca. Cosa che poi ha fatto.

Purtroppo, ha sbagliato mira. La fiocina si è all’improvviso inarcata e mi ha centrato al fianco sinistro, per fortuna attutita dall’abbigliamento abbastanza pesante che portavo. Ho sentito un dolore allucinante. Ho urlato. Poi la corsa a riva, i primi soccorsi, l’eliambulanza che mi ha portato al “San Camillo” e l’operazione d’urgenza per estrarmi la fiocina che era penetrata nella mia carne per 4 centimetri, ad un solo centimetro dai polmoni. Ora sto meglio, ma il dolore è lancinante perché non posso prendere farmaci che potrebbero danneggiare il mio bimbo. Il sub? So che i carabinieri, intervenuti a riva insieme al 118, lo hanno identificato e interrogato a lungo e credo sia stato denunciato per l’accaduto, ma ancora non so per quale tipo di reato come non so chi sia e dove risieda”.

In merito all'episodio i carabinieri stanno svolgendo accurate indagini, mettendo a confronto le due versioni dei fatti, quella del sub e quella del gruppo di amici, per ricostruire l'esatta dinamica dell'accaduto ed individuare eventuali responsabilità nell'incidente.