Il trasporto pubblico del Comune di Latina, un servizio che paradossalmente impegna somme maggiori in regime di proroga piuttosto che in regime di affidamento da bando gara.
Basta fare pochi calcoli utilizzando i dati presenti sulle delibere pubblicate dallo stesso ente per osservare che, mentre dal 2005 al 2010 (anni in cui il servizio era stato affidato tramite apposita gara pubblica all’Atral) al netto del contributo regionale il trasporto pubblico è costato circa 23 milioni, dal 2011 al 2015, anni in cui è stata concessa la proroga alla società, il servizio è arrivato a costare quasi 30 milioni di euro. Insomma, rispetto ai sei anni di gara, in cinque anni di proroga il servizio ha aumentato il suo peso sulle casse del Comune di ben 7 milioni di euro.
Una spesa in realtà legittima, visto che l’aumento dei costi è derivato direttamente da un altro aumento, ossia quello dei chilometri percorsi dalle linee a disposizione della società. Insomma, più i mezzi vengono fatti viaggiare, più aumenta il totale del contributo regionale che entra nelle casse della spa. Tale contributo erogato dalla Regione Lazio, sempre nel rapporto tra regime di gara e regime di proroga, è infatti salito dai 16 milioni del 2005-2010 agli oltre 21 milioni del 2011-2015. Come di consuetudine, infatti, ogni 2 mesi la Regione viene fornita dei certificati relativi ai chilometri percorsi e, in base ai dati, eroga il contributo fisso a 1,89 euro per chilometro.
Nulla di irregolare o strano in questa dinamica. Una domanda sorge spontanea: perché ad un aumento degli incassi non è corrisposto un complessivo miglioramento del servizio, come per esempio maggiori pulizie e manutenzione, oppure nuove corse, o ancora miglioramenti degli attuali mezzi? E, soprattutto, perché l’Atral non ha aumentato i chilometri da percorrere prima del regime di proroga?
La risposta risulta immediata: se dal 2005 al 2010 l’Atral ha ottenuto la gestione del trasporto pubblico tramite una gara pubblica a cui ha partecipato offrendo un ribasso tale da essere considerato appetibile dal Comune, durante il regime di proroga la società ha potuto erogare il servizio senza a partecipare ad alcuna gara. Insomma, tutto di guadagnato.
Ma nonostante questo nuovo scenario, l’Atral è stata recentemente accolta nelle sale del Comune per esporre un problema legato alla necessità di licenziare il personale proprio a causa del precario regime di proroga.