Il maresciallo Gaetano Reina «meritava» una lezione da parte di Angelo Fanfarillo, il re dei re delle faccende sporche ma lucrose a Cisterna di Latina. Câè anche questo tra i retroscena pesanti dellâinchiesta sulla corruzione dei testimoni dâaccusa al processo per il tentato omicidio del maresciallo, ordinato appunto da Fanfarillo. Il perché di tanto astio nei confronti del finanziere non è legato solo alle molte verifiche fatte su alcune aziende del faccendiere di Cisterna. No, troppo poco. In realtà Gaetano Reina aveva semplicemente «inquadrato» Angelo Fanfarillo, le sue amicizie e il suo modus agendi, sempre uguale, volto a comprare un poâ tutto e dunque anche le persone. Ma câè un filone ulteriore in questa storia, inusitato forse, almeno fino a questo momento: quando avviene lâaggressione del finanziere, ad aprile 2â14, è appena scoppiato il caso di mafia capitale e infatti subito emerge che il mandante è un imprenditore di Cisterna legato alle cooperative che fanno affari con le pulizie e i profughi.
L'articolo completo in edicola con Latina Oggi (9 aprile 2016)
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