L’esposto che ha permesso ai vigili del fuoco di riscontrare una serie di gravi carenze nell’elisuperficie che opera per il soccorso 118 ha smascherato la gestione opaca della società che detiene l’appalto milionario della Regione Lazio. È emerso infatti che l’impianto non è mai stato in regola e la situazione va avanti praticamente da quattoridici anni, ossia da quanto l’eliporto di Latina Scalo è stato realizzato.
Solo ora emerge infatti che la società al momento di realizzare la struttura non ha presentato il progetto dell’antincendio al comando dei vigili del fuoco che a loro volta, può sembrare assurdo, ma è così, sulla carta non erano a conoscenza dell’esistenza di quell’impianto e di fatto non potevano procedere ai controlli d’iniziativa. Alla stessa maniera è emerso che la struttura non figura nell’elenco delle elisuperfici omologate dall’Enac, l’ente nazionale per l’aviazione civile che si è sempre limitato ad effettuare controlli saltuari autorizzando il volo delle eliambulanze.
Forse è per questo che quella sera del 21 gennaio il comandante di turno dell’eliporto si rifiutava di far entrare i vigili del fuoco per i controlli e lo ha fatto solo quando è intervenuta la polizia: in quella circostanza gli ispettori riscontrarono una serie di carenze sullo stesso impianto antincendio, come l’inefficienza di alcuni impianti o la pericolosità di altri, oltre alla presenza di un solo tecnico antincendio.

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