La tenda rossa della Cgil in piazza del Popolo da sola fa già notizia. Da questa mattina alle 10 sarà questo il punto di riferimento dei braccianti indiani che scendono in campo per il primo sciopero generale contro lo sfruttamento e per il riconoscimento dei diritti sindacali. Sono attesi in tremila secondo i dati della Cgil e di In Migrazione che da anni sono schierate al fianco dei lavoratori immigrati che operano in agricoltura. Il secondo settore per incidenza sul pil provinciale si regge all’ottanta per cento sul lavoro di oltre novemila indiani provenienti dalla regione del Punjab, la terza comunità più numerosa tra quelle di immigrati comunitari e non (dopo i rumeni e i nordafricani). Negli ultimi tre anni il mondo del lavoro dei braccianti è molto cambiato, alcuni di loro si sono decisi a presentare formale ricorso al giudice del lavoro per il riconoscimento della retribuzione dovuta come da contratto collettivo, pari a 9 euro lorde all’ora per 6 ore e trenta minuti al giorno. Parametri assolutamente violati perché un bracciante «fortunato» viene pagato 3 euro l’ora, un terzo del dovuto e le condizioni generali di vita e lavoro sono di una precarietà invivibile. Eppure una prima, lenta, rivoluzione è cominciata, frutto soprattutto delle azioni di integrazione in atto sul territorio.

L'articolo completo su Latina Oggi (18 aprile 2016)
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