Il trailer spopola sui social destando curiosità e perplessità. Sotto il titolo «Latina: il ghiaccio nella palude» scorrono le immagini di un insolito cavaliere che si distende al galoppo lungo l'argine di un canale, uno qualsiasi del territorio pontino. E' Carlo Maricca, figura controversa, un borderline sempre a cavallo, questo sì, tra la criminalità comune che ha infestato Latina negli ultimi trent'anni e la tentazione nonché la voglia di sentirsi e definirsi un outsider, «... uno che con la malavita è andato a braccetto soprattutto per via di una serie di amicizie pericolose, ma senza portarsi addosso il fardello di una pesante condanna definitiva per uno dei tanti crimini violenti , rimasti insoluti o meno , consumati in zona». Un outsider che oggi esibisce la patente di uomo libero conferitagli dall’esito dei processi a suo carico. Ma non è di Carlo Maricca soltanto che l'autore del trailer dice di voler parlare; la figura del 56enne pontino dovrebbe servire da filo conduttore per un docufilm sulla malavita pontina degli anni '90.

«E' ormai qualche anno che vado perseguendo l'idea di raccontare alcuni dei fatti di cronaca più clamorosi e controversi degli anni '90, dai colpi miliardari messi a segno dai cosiddetti uomini d'oro nelle banche, alle Poste centrali e in tribunale, fino alle rapine ai furgoni portavalori. E poi gli omicidi di quegli anni – spiega Fabio Aprea, regista pontino di adozione e oggi residente a Londra – E' cominciato tutto nel 1999 quando decisi di imparare ad andare a cavallo; il mio istruttore era Carlo Maricca e tra una chiacchiera e l'altra raccolsi i primi cenni su una serie di vicissitudini abbastanza intriganti, e sulle quali cercai di documentarmi. E' sfogliando le vecchie annate di Latina Oggi che ho potuto mettere a fuoco le vicende degli anni '90, ma attraverso quegli articoli ho anche colto il carattere della controversa personalità del mio istruttore di equitazione, un personaggio dalle molteplici vite e dai tratti costantemente in chiaroscuro, ambigui».

E' lì che Fabio Aprea matura il progetto di tradurre in un film di finzione la Latina criminale degli anni '90, e il personaggio di Carlo Maricca è l'ideale per fare da collante alla storia, ancora tutta da imbastire. «Sono andato a parlare con lo scrittore Antonio Pennacchi – racconta Fabio Aprea – che aveva lavorato con Maricca in Fulgorcavi, e con il giornalista Alessandro Panigutti, che ha seguito dalla fine degli anni '80 fino ai giorni nostri la cronaca nera e giudiziaria attorno alle quali si dipana la storia cittadina. Più mi infilavo in questa storia, più mi convincevo che era il caso di provare a raccontare questa trama di fatti e di personaggi».

Adesso c'è il trailer «Latina: il ghiaccio nella palude», con una forte allusione agli occhi di quello che sarà il protagonista del docufilm che Fabio Aprea si appresta a girare.
«Certamente la figura di Carlo Maricca è ingombrante , difficile da gestire , ma credo sia la migliore per raccontare alla mia maniera il pezzo di storia e di città che voglio tradurre in un docufilm. Il mio vantaggio è di averlo conosciuto personalmente e di aver potuto condividere con lui l’idea di questo progetto»
Dal canto suo Carlo Maricca si affida al lavoro di Fabio Aprea sperando ne venga fuori un messaggio positivo per i giovani «...che non devono emulare , non devono prendere strade insidiose e piene di false pospettive a discapito di valori importanti come la libertà e la vita. Valori che oggi i ragazzi hanno maggiori possibilità e opportunità di perseguire rispetto a trenta o quarant’anni fa».
Il regista Fabio Aprea è convinto che il suo lavoro andrà in questa direzione, e per il momento è concentrato sulla fase preliminare del progetto.

«Questo teaser, come lo chiamiamo in gergo, è figlio di una visione contemporanea di presentare un progetto al pubblico e ad eventuali investitori/produttori. Lo scopo principale in questa fase è quello di raccogliere fondi per finire il documentario attraverso la campagna crowfunding su Indiegogo, una piattaforma online di raccolta fondi che permette di promuovere progetti creativi in tutto il mondo ed invogliare eventuali imprenditori ad investire nel successivo film di finzione. Nel mio caso, chiunque può diventare un piccolo produttore donando anche soltanto 3 sterline al progetto. Si tratta di una strategia produttiva messa a punto da Baio&Co, marchio creativo che raccoglie sotto il proprio ombrello personalità creative di diversa estrazione, insieme a Condart, un'agenzia di comunicazione, marketing e press office».