Nessuna sospensiva concessa alla Società Centro Servizi Ambroselli contro il Comune di Castelforte e la Regione Lazio, che, come è noto, ha chiesto alla stessa azienda il pagamento del benefit ambientale previsto per i Municipi sedi di discariche e di impianti di selezione. Lo ha stabilito il Tar del Lazio, che tra l'altro ha condannato la CSA al pagamento delle spese di questa prima fase cautelare del contenzioso, da ripartire in pari misura in favore di Regione e Comune di Castelforte. La sezione prima quater, nella sua decisione ha «ritenuto che il ricorso, ad una sommaria delibazione propria della fase cautelare, e impregiudicate le questioni pregiudiziale sollevate dalle controparti, non appare assistito da apprezzabili elementi di fumus boni juris, tenuto conto della natura dell’impianto della società deputato al trattamento dei rifiuti ivi conferiti e alla natura dei rifiuti stessi, classificati quali rifiuti urbani indifferenziati»; e che «l’istanza cautelare non è nemmeno sorretta dalla sussistenza del danno grave ed irreparabile, attenendo la lamentata lesione alla sfera patrimoniale e, dunque, per definizione, totalmente reintegrabile all’esito della definizione del merito, ove in ipotesi favorevole per la parte ricorrente». La vicenda è nata dall'iniziativa del commissario straordinario di Castelforte, Ilaria Tortelli, la quale, nel febbraio scorso, dopo aver acquisito pareri legali e chiarimenti dalla Regione Lazio, ha richiesto alla società C.S.A. di quantificare l'importo del benefit da versare al Comune del sud pontino, sede dell'azienda. Una cifra che supererebbe il milione di euro, in quanto il benefit riguarderebbe anche gli anni precedenti a cominciare dal 2012.

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