Nuova udienza fiume ieri del processo Don’t Touch, anche quella di ieri, è stata una giornata monotematica, dedicata esclusivamente alla deposizione davanti al Collegio Penale presieduto dal giudice Pierfrancesco de Angelis e ai pubblici ministeri Luigia Spinelli e Claudio De Lazzaro, di un investigatore della Squadra Mobile che aveva seguito passo dopo passo tutte le indagini e che ieri ha ricostruito la genesi dell’inchiesta che lo scorso 12 ottobre ha portato a 23 arresti. In aula il processo si sta celebrando per nove imputati che hanno scelto il rito ordinario mentre per gli altri l’appuntamento è fissato per il 5 di maggio. «Tracce di attività illecite si sono viste subito - ha detto il testimone - e dalle intercettazioni questo lo abbiamo subito intuito. E poi era palese la fuga di notizie sulle intercettazioni che erano in corso». L’agente in servizio alla Squadra Mobile ha ricostruito gli episodi estorsivi a partire da una richiesta di intervento di una parte offesa che poi una volta che era andata in Questura non aveva firmato la denuncia e poi ha sottolineato anche la consapevolezza che alcuni indagati sapevano di essere intercettati ed è emersa una frase che secondo l’investigatore era molto indicativa. «Tanto sanno tutto».

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