Si sposta sull’elusione la verifica della direzione provinciale del lavoro sui braccianti agricoli. Oltre cento le ispezioni degli ultimi tre mesi fatte a campione perché, nei fatti, nonostante le proteste e lo sciopero mancano denunce specifiche su quali e quante aziende praticano lo sfruttamento del lavoro in agricoltura e omettono di pagare persino il bonus accordato dal Governo. Ma adesso i riscontri si stanno spostando sulle anomalie delle dichiarazioni all’Inps e agli organi ispettivi, nelle pieghe dei documenti si potrebbe trovare la vera prova di una condizione di progressivo degrado dei diritti nel settore dell’agricoltura in provincia di Latina dove la flessibilità e la manipolazione delle norme contrattuali ha raggiunto livelli molto elevati. I sindacati di categoria hanno sollevato più volte il problema dell’elusione. Nell’ultimo esposto inviato proprio dalla Uila Uil alla Direzione provinciale del Lavoro si evidenziava che una percentuale molto (troppo) alta di braccianti aveva avuto il riconoscimento di solo dieci giornate di lavoro in un anno, il minimo per restare nella legalità, almeno quella apparente, formale.

Danni e minacce a Marco Omizzolo

Dopo che ha accompagnato gli indiani sikh sul palco di piazza della Libertà il giorno dello sciopero del 18 aprile scorso, Marco Omizzolo è entrato, letteralmente, nel mirino di una serie di volantini anonimi ma è stato anche vittima di intimidazioni dirette in quanto «amico degli indiani». Gli hanno danneggiato la macchina e citato più volte in esposti anonimi.
Va detto che proprio Marco Omizzolo è stato il primo a sollevare il problema dello sfruttamento dei braccianti indiani nelle campagne pontine con la sua tesi in Sociologia cui ha in seguito affiancato un lavoro di ricerca sul campo (in senso letterale) perché ha sentito decine di lavoratori, i loro racconti, le loro esperienze drammatiche.
A latere è stata avviata a Sabaudia in collaborazione con l’associazione «In Migrazione» e la Flai Cgil una rete di assistenza legale per i lavoratori che riescono a trovare il coraggio per denunciare cosa succede nelle serre e nei campi con ritmi di lavoro impossibile tutto l’anno.
Alcune di queste denunce sono diventate già oggetto di vertenza davanti al giudice del lavoro ma in realtà si tratta solo di una piccola percentuale, un indizio del fenomeno o forse l’inizio del riscatto.

L'articolo completo in edicola con Latina Oggi (10 maggio 2016)
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