Erano i referenti dell’attività di spaccio della droga nel sudpontino. Dalla dettagliata e complessa indagine svolta dalla Dda di Napoli, Carlo De Rosa, Franco Buonemano e Cristina Minniti, di Minturno finiti in manette nell’ambito di una vasta operazione dell’antimafia, che ha visto finire agli arresti 51 persone, appaiono come coloro che gestivano il mercato dello spaccio nel sudpontino. Minturno era la base. Nell’ordinanza del Tribunale di Napoli, ufficio del gip Claudio Marcopido, di ben 2356 pagine, con la quale ha acco 51 delle 69 richieste di custodia cautelare in carcere avanzate dal Procuratore della Repubblica Giovanni Colangelo, e dal Procuratore della Repubblica aggiunto, Giuseppe Borrelli, emerge una rete di passaggi e di collegamenti per l’approvvigionamento della droga e per lo smercio al dettaglio. Nell’indagine e nell’ordinanza, insieme ai tre già citati compare attivo e coinvolto nell’attività di spaccio, anche il figlio all’epoca minorenne di De Rosa, nei confronti del quale i procuratori avevano chiesto l’arresto. Lo stesso è finito in manette qualche settimana fa per un furto in una villa messo a segno ai danni di un imprenditore di Venafro. Insieme ad altri complici, secondo quanto accertato dagli inquirenti dopo avere compiuto il furto hanno dato fuoco all’abitazione.

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