Non c’è pace per l’Ucpci (Unità cure primarie complessa integrata) di Cisterna. Quella struttura considerata l’eccellenza della sanità locale, un progetto da esportazione, un’oasi nell’arido deserto del distretto nord dell’Asl pontino, torna infatti a vivere una condizione di estrema precarietà. Sì, perché se l’amministrazione ha pagato le vecchie bollette al gestore telefonico (dopo che nel centro avevano staccato la linea), adesso l’ente si è scordato di pagare quelle nuove con il punto di via Ugo La Malfa di nuovo senza linea internet. Lo staff medico è quindi impossibilitato ad effettuare alcune ricette, come controllare le cartelle cliniche delle mille utenze che quotidianamente affrontano lì il loro percorso sanitario. E, come lo scorso aprile, anche questa volta i pazienti che si presentano al centro vengono rimandati a data da destinarsi. Da giovedì il punto sanitario è tornato quindi ad essere vuoto o, meglio, senza pazienti. Ma non per questo senza «ospiti». Sì, visto che oltre a questa di problematica oramai ben nota agli addetti ai lavori, se ne sta aggiungendo un’altra di pari gravità. Nelle ultime settimane i topi sono diventati inquilini indesiderati presso l’Ucpci. Disposte quindi dagli operatori le cassette in più stanze per catturarli. Una situazione che mette a serio repentaglio l’igiene della struttura che non può considerarsi, al netto dei fatti, completamente salubre vista la presenza di uno degli animali più dannosi all’uomo alla luce delle numerose patologie di contagio che questa specie può trasmettere.

L'articolo completo in edicola con Latina Oggi (27 maggio 2016)