L’amministrazione comunale di San Felice Circeo è pronta a prendere posizione sulla problematica dei livelli baronali e lo farà nelle aule di giustizia. Questo quanto è emerso al termine dell’incontro che si è tenuto ieri in Comune tra il vicesindaco Eugenio Saputo e l’associazione Lapis, che nei giorni scorsi aveva chiesto alla parte politica di affrontare questa grana che interessa circa tremila lotti sparsi qua e là per il territorio. Nel concreto, si tratta di una sorta di uso civico, ma con la differenza che a vantare il diritto della nuda proprietà sono dei privati: gli eredi del barone Aguet. La complessa questione dei livelli baronali, invece, nasce molto prima, quando il Circeo apparteneva allo Stato Pontificio e veniva versato il “nummus” alla Camera Apostolica. Una percentuale pagata in natura della rendita dei terreni, che all’epoca erano ovviamente agricoli e non urbanizzati. Dopodiché, con l’arrivo di Poniatowsky, il pagamento divenne in denaro e, quando nel 1898 San Felice divenne “feudo” di James Aguet, tali diritti vantati sul territorio passarono al barone e ora sono stati ereditati dai suoi discendenti. Per molto tempo gran parte dei cittadini neppure conosceva l’esistenza dei “livelli baronali”, fino a quando, come accennato, non si sono ritrovati magari davanti ad un notaio per sottoscrivere un atto di compravendita o nel caso in cui si sia reso necessario utilizzare come garanzia un bene per un prestito o mutuo bancario. Per estinguere la servitù, è necessario sborsare cifre non propriamente irrisorie, che in qualche caso arrivano al 30% del valore commerciale del bene. Ecco che quindi, alla luce di queste criticità, l’associazione Lapis, presieduta da Vincenzo Bianchi, ha chiesto all’amministrazione comunale di intervenire direttamente sulla questione, che, pur essendo nota da tempo, non è mai stata affrontata in modo tale da trovare una soluzione definitiva. «Quello che è certo – hanno scritto dal Comune in una nota inviata nei giorni scorsi – è che l’ultimo ruolo emesso dalla famiglia Aguet per i livelli baronali risale agli anni ’50 del secolo scorso e che solo nel 2013, a distanza di molti anni dal decesso del barone Aguet, gli eredi hanno effettuato la trascrizione a loro favore. Sono stati sentiti il legale del Comune e, informalmente, un docente universitario. Entrambi hanno ribadito la possibilità per i cittadini di liberare il bene da qualsivoglia onere attivando le più opportune iniziative giudiziarie» A farlo, sarà il legale dell’ente e un docente universitario di diritto amministrativo, la cui consulenza si renderà necessaria per ricostruire con precisione la genesi del livello baronale e le possibili azioni che l’ente locale - e sulla scorta delle stesse anche i cittadini - potrà intraprendere.