Sembra avessero pensato proprio a tutto. Alla stipula di polizze assicurative per essere risarciti nel caso di particolari infortuni, allo strumento adatto per procurarli e anche all’anestetico per rendere tollerabile l’amputazione alla vittima consenziente. Ma proprio quell’attività frenetica nel cercare coperture per eventuali sinistri aveva creato qualche sospetto alle compagnie interessate e, avvertita la Guardia di Finanza, scattò il blitz che si concluse con due arresti e, in seguito, con l’inserimento nel registro degli indagati di un terzo soggetto.
Le Fiamme gialle di Velletri non riuscirono a evitare a un fabbro di Cecchina di subire l’amputazione del pollice sinistro, poggiato su un tagliere e fatto saltare con una mannaia, ma tanto la vittima quanto gli artefici del macabro falso incidente, messo in atto ad Aprilia, vennero denunciati e questi ultimi, per l’accusa di lesioni personali gravi, sono stati ora condannati in via definitiva.
La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso.

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