In centro la situazione sembra essere tornata alla normalità, ma le periferie continuano a rimanere invase dai cumuli di sacchetti di immondizia attorno ad ogni gruppo di cassonetti posizionato sul ciglio della strada. Il liquidatore di Latina Ambiente, Bernardino Quattrociocchi, sta cercando di fare di tutto per superare la fase critica, a cominciare dai doppi e tripli passaggi dei compattatori, e il personale sembra rispondere nel modo giusto, ma la chimera del ritorno al punto zero è ancora lungi dall’essere a portata di mano. Giusto ieri è stata firmata una fidejussione a valere fino al 30 giugno, autorizzata dal Tribunale, per una spesa di 40.000 euro che dovrà servire al noleggio di alcuni autocompattatori da aggiungere al parco mezzi di Latina Ambiente e con i quali si conta di abbattere i tempi di superamento dell’emergenza. La situazione è stata fuori controllo per troppi giorni, e i cittadini hanno continuato a produrre lo stesso quantitativo di rifiuti di sempre; con un servizio dimezzato per due o tre settimane, non poteva che succedere quello che è successo, e cioè di trovare la città immersa nell’immondizia. Il caldo dell’estate appena iniziata ha fatto il resto: transitare in prossimità dei cassonetti è una scommessa sanitaria oltre che un’esperienza olfattiva da dimenticare. E in una situazione di emergenza, parlare di pulizia e lavaggio dei cassonetti o anche soltanto delle strade è un azzardo, un lusso che la spa dei rifiuti oggi non può permettersi. E i cittadini, per tutto questo disagio, non avranno sconti sulle prossime bollette. Paghiamo per quello che non abbiamo, ed anche per quello che subiamo.

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