Tramite lâassociazione «Avvocato del cittadino» vuole che il Tribunale riconosca la condotta colposa del proprio dentista. La donna, una cittadina residente a Roma, è stata protagonista di una vicenda incredibile. Con il marito si era presentata al pronto soccorso della clinica Città di Aprilia lamentando un dolore insopportabile che le partiva da un ascesso ad un dente. Nei giorni precedenti, siamo nel luglio 2015, era andata dal proprio dentista per una cura canalare. Qualcosa però non va. Poco dopo la gengiva si gonfia, il collo, la guancia e la mandibola divengono un tuttâuno per il gonfiore. Comincia uno scambio di messaggi tramite Whatsapp in cui la paziente invia foto del proprio stato al dentista e chiede consigli trovandosi in vacanza ad Aprilia. Il dolore già è insopportabile. A dire della donna lui le avrebbe sempre risposto di non fare nulla, di prendere antibiotici e di non dare retta a eventuali altri medici che avrebbero potuto consigliarle di estrarre il dente perché a suo dire, probabilmente in modo corretto, lâestrazione è lâultima strada da percorrere. La situazione però precipita e il marito della donna la porta al pronto soccorso della clinica Città di Aprilia. Qui i medici capiscono che qualcosa di grave sta succedendo.
Il servizio completo in edicola con Latina Oggi (24 giugno 2016)