Per i 12 imputati in Don't touch è partito il countdown. I giudici sono in camera di consiglio e la sentenza è prevista per le 18.
I pm Luigia Spinelli e Claudio De Lazzarono hanno chiesto 11 condanne, per un totale di oltre 70 anni di reclusione. Secondo gli inquirenti, a Latina sarebbe stata data vita a una pericolosa associazione per delinquere dedita all'usura e alle estorsioni, con ampia disponibilità di armi e capacità di reinvestire il denaro ricorrendo a intestazioni fittizie. L'organizzazione criminale avrebbe avuto come capo promotore Costantino Di Silvio, detto Cha Cha, e come elementi di forza Riccardo Pasini e Carlo Ninnolino, quest'ultimo investigatore della Mobile, già condannato in primo grado, ritenuto la "talpa" dell'associazione per delinquere. Cha Cha, per i pm Spinelli e De Lazzaro, sarebbe stato perfettamente a conoscenza di tutte le attività della gang, designando come capo zona Angelo Travali, essendo considerato anche all'esterno il capo, intervenendo con i suoi "soldati" quando c'erano problemi da risolvere, mantenendo rapporti con l'onorevole Pasquale Maietta nell'ambito del Latina Calcio e specificando, quando i coimputati rumeni si sarebbero resi responsabili di un furto a casa del deputato: "Qui comando io". Gianluca Tuma, invece, secondo la pubblica accusa, pur evitando contatti con gli altri, avrebbe ugualmente fatto parte dell'organizzazione criminale, tanto che il Riesame lo ha definito "la mente". Notevole poi sarebbe stato il traffico di sostanze stupefacenti messo in piedi da alcuni imputati, sfruttando la sede degli ultrà nerazzurri, dove avrebbero avuto libero accesso anche minorenni.
Tutte ipotesi che fino a questa mattina le difese hanno cercato di smontare davanti al Tribunale di Latina. Ora l'attesa per la sentenza.