Un appello al sindaco di Roma Virginia Raggi ed ai vertici societari di Acea firmato da 13 sindaci più il segretario del Partito Democratico di Latina Salvatore La Penna. Di cosa si tratta? 

"I sottoscritti Sindaci - si legge nel documento -  rappresentanti ciascuno in quota parte del capitale pubblico della società mista Acqualatina S.p.a., alla luce di insistenti e accreditate voci di un passaggio delle quote azionarie del socio Idrolatina a favore di Acea Spa, chiedono alle SS.LL. in indirizzo, di valutare le seguenti argomentazioni:
1. La gran parte dei Sindaci, componenti l'Ato 4, rappresentanti di tutti gli orientamenti politici, hanno espresso la volontà politica di acquisire il capitale della società tuttora in mano al socio privato.
2. È comprensibile che il passaggio di quote dal socio privato ai comuni rappresentanti l'Ambito Territoriale esiga un percorso di conoscenza delle stato patrimoniale della società e di decisioni che vanno assunte a livello di ciascun comune, che non potrà essere inferiore temporalmente ad alcuni mesi.
3. L'attuale stato economico della società, che chiude con un bilancio in avanzo di circa 10 milioni di euro, non necessita di decisioni urgenti che non possano essere rinviate per il periodo strettamente necessario ai Comuni per verificare le condizioni e la sostenibilità finanziaria dell'acquisto.
I sottoscritti sindaci chiedono al Comune di Roma, socio di maggioranza assoluta di Acea, nella persona del suo rappresentante, il Sindaco Avv. Virginia Raggi, di intervenire su Acea a che vengano sospese le operazioni di acquisto delle quote di Idrolatina". I sindaci firmatari ovvero Sandro Bartolomeo (Formia), Andrea Campoli (Sezze), Gerardo Stefanelli (Minturno), Carlo Medici (Pontinia), Anna Maria Bilancia (Priverno), Tommaso Conti (Cori), Claudio Damiano (Sermoneta) Carla Amici (Roccagorga), Gianfranco Tessitori (Norma) Andrea Antogiovanni (Lenola) Claudio Sperduti (Maenza) Giancarlo Cardillo (Castelforte) Barbara Petroni (Roccasecca dei Volsci). Quello che si chiede è quindi di sospendere l'acquisizione delle quote, i Comuni sembrano essere intenzionati a non cedere sulla vicenda.