Esiste da 16 anni, ma ormai quasi nessuno se la ricorda. Eâ una scuola archeologica, tra le poche esistenti in Europa e, appunto, finanziata anche con soldi comunitari.
Eâ vuota, inutilizzata, inaccessibile quasi a tutti, comunque qualcuno è riuscito ad entrare e a portare via gli oggetti che ancora valgono qualcosa come i condizionatori.
La scuola-cantiere di archeologia è stata «riscoperta» in questi giorni insieme alla sua storia-scandalo dal consigliere di Lbc Fabio DâAchille che ne ricorda il valore morale oltre che economico e propone di riportarla alla sua funzione originaria.
Ma prima servirà necessariamente un intervento di messa in sicurezza.
La scuola è costata 800 milioni di vecchie lire in ristrutturazioni ed è il frutto del progetto di «riconversione e ristrutturazione dellâex impianto vinicolo âModicaâ», poi proprietà Lulli, di Borgo Le Ferriere nellâambito degli interventi previsti dal Docup Obiettivo 2 sulla valorizzazione dei centri urbani.La scuola è stata ricavata dalla parte dellâedificio esistente che ospitava una serie di vasche per la conservazione del vino. Il centro didattico è parte del complesso archeologico del vicino parco di Satricum, il cui patrimonio tuttora non è del tutto visibile in quanto la struttura non è organizzata come museo ma come esposizione rinnovata di anno in anno. Il progetto di restyling fu elaborato dal Comune di Latina con la supervisione della Soprintendenza ai Beni Archeologici del Lazio e del Ministero per i Beni e le attività culturali nellâambito del «Progetto di un sistema integrato per la fruizione delle aree archeologiche e dei servizi culturali del territorio».
Tutto quanto fu scritto allora, nellâanno 2000, negli atti di recupero dellâimmobile è stato poi portato a termine tranne una cosa, lâuso vero del nuovo complesso come scuola archeologica a supporto della vicina area di Satricum. Ed, al fondo, il tassello fuori posto in una storia che avrebbe potuto funzionare. Di qui lâintervento del consigliere Fabio DâAchille che sottolinea come adesso sia necessario «proteggere quella struttura da ulteriori sottrazioni di beni o atti vandalici e poi bisognerà pensare a renderla raggiungibile, sia la scuola che lâarea archeologica».
«Abbiamo un patrimonio di valore inestimabile - dice DâAchille - ma è staccato dalla città . Câè un museo a cielo aperto che però non è ancora classificato come tale e poi câè questa scuola che non viene usata come scuola. Ecco: forse è arrivato il momento di dare a quellâarea la funzione e il valore che merita».
Câè anche dellâaltro in questa curiosa vicenda: il restauro è stato possibile grazie ai fondi dellâUnione Europea, che, come è noto, sono finalizzati e non è possibile cambiare la destinazione dei progetti. Anzi quando ciò avviene lâente beneficiario rischia la revoca e deve restituire i finanziamenti, Potrebbe essere questo il caso della scuola archeologica di Borgo Le Ferriere. Che, però, ha ancora tempo e modo per riaprire ed esercitare la funzione per la quale è stata pensata sedici anni fa. Cominciando da un sistema di allarme che ne eviti la ulteriore spoliazione.
La scuola gioiello di Satricum dimenticata da tutti
La scuola gioiello di Satricum dimenticata da tutti
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