Tutto è successo nella mattina di domenica 24 luglio, durante la Messa nella Chiesa di San Michele Arcangelo a Pisterzo, piccola frazione di Prossedi. A raccontarci i fatti è il vicesindaco di Prossedi, Antonio Cipolla, originario proprio di Pisterzo e che nel piccolo centro passa tutti i fine settimana. Però, bisogna fare una premessa: Prossedi e, quindi, anche Pisterzo, rappresenta l’ultimo Comune della provincia di Latina al confine con la Ciociaria. Ma, a livello di organizzazione ecclesiastica, fa parte della diocesi di Frosinone, Veroli e Ferentino. Allora – dice Cipolla – arriva Marco Toti, presidente della Caritas diocesana di Frosinone, e annuncia l’arrivo a Pisterzo di alcuni rifugiati (7/8), mandati dalla Prefettura di Frosinone, con il coordinamento della stessa diocesi. La piccola comunità pisterzana, che sicuramente razzista proprio non è, va in fibrillazione ed esprime la contrarietà alla sistemazione dei rifugiati nella casa parrocchiale di Pisterzo. E la spiegazione è semplice: un paesino di appena 50 anime come fa ad ospitare e, soprattutto, a convivere con dei rifugiati di diverse etnie?

L'articolo completo in edicola con Latina Oggi (26 luglio 2016)