La storia semplice eppure complessa di cinque fallimenti in sequenza di altrettante società che svolgono la stessa attività (trasporto e logistica) mette in campo il dubbio che dietro i diversi crac ci sia una gigantesca partita per frodare il Fisco. Le prime due società sono state dichiarate fallite dal Tribunale di Latina un mese fa, le altre tre venti giorni fa e tre su cinque hanno sede allo stesso indirizzo; e ancora tre su cinque avevano chiuso la loro posizione in Camera di Commercio più di un anno fa, elemento che, se frutto di buona fede, avrebbe escluso la contestazione della bancarotta a carico degli amministratori ed eventualmente dei sindaci-revisori. Solo che in questo caso c’è il dubbio che sia le cancellazioni che i fallimenti siano stati, in qualche modo, pilotati. Gli atti del Tribunale sono stati trasmessi alla Procura per verificare, appunto, il reato di bancarotta. Ciò che sorprende in questa vicenda è l’ammontare del crac per ogni singola azienda fallita. Una di queste ha accumulato debiti verso Equitalia per 16 milioni di euro di cui 3,8 per carichi contributivi; un’altra ha debiti verso la sola Inps per 4,9 milioni di euro e una terza deve 1,9 milioni sempre all’Inps.

L'articolo completo in edicola con Latina Oggi (27 agosto 2016)