I militari della Guardia di Finanza hanno eseguito questa mattina un'ordinanza di custodia cautelare emessa dal gip del Tribunale di Latina Giuseppe Cario, su richiesta del sostituto procuratore Marco Giancristofaro nei confronti dell'imprenditore Alberto Veneruso che, al momento dell'arresto si trovava a Napoli. Nei confronti dell'imprenditore si ipotizzano i reati di bancarotta fraudolenta e appropriazione indebita, un'indagine che parte dalla vicenda Aviointeriors e ch accende i riflettori sulle società Agw e Alfer. L'inchiesta denominata "Speedy Fly" ha portato anche al sequestro di beni per 14 milioni di euro. 

Tutto comincia nel 2014 con il fallimento di due società in relazione alle ipotesi di bancarotta fraudolenta delle stesse,
accertamenti che hanno coinvolto complessivamente 13 persone tra amministratori e componenti dei collegi sindacali.
L’attività ha consentito di accertare che Veneruso ed il suo commercialista Giorgio Di Mare per cui sono stati disposti invece i domiciliari,avrebbero posto in essere una lunga serie di articolate operazioni societarie (scissioni, cessioni d’aziende o
rami d’azienda e dei beni immobili) che hanno portato al fallimento delle due società in questione. In base a quanto riscontrato nel corso delle indagini il complesso delle articolate operazioni societarie che si sono succedute nel
tempo, e gli artifizi contabili che le hanno supportate, hanno consentito all’amministratore di diritto e poi di fatto di:
- sottrarsi illecitamente alle pretese creditorie, cautelando i beni immobili e quelli mobili delle società fallite, lasciate morire in Lussemburgo,  attraverso la destinazione finale degli stessi beni ad altre società del proprio “gruppo”;
- costituire una nuova società in Latina con diversa denominazione, “ripulita” delle passività e che continua l’attività di produzione e fabbricazione di interni per aerei, già svolta dalla società originaria utilizzando la denominazione ed il marchio societario senza aver sostenuto alcun costo.

Gli accertamenti iniziano quando alcuni dipendenti Avionteriors non trovano in busta paga, dopo la dichiarazione dei redditi, i rimborsi dovuti ed allora decidono di presentare un esposto. L’attività investigativa, svolta dal Nucleo di Polizia Tributaria di Latina, corroborata da perquisizioni e sequestri disposti dalla locale autorità giudiziaria, vè stati però poi estesa nei confronti dell’attuale società sorta a seguito di scissione della fallita S.p.A. e di un’altra società fallita. I riscontri effettuati dai militari del comando provinciale di latina guidati dal Col. Giovanni Reccia consentivano di accertare, oltre alle ipotesi di
bancarotta fraudolenta per entrambe le società fallite, anche l’utilizzo – sia da parte della società fallita che dell’attuale società S.p.A. – di fatture emesse apparentemente da società con sede in Delaware (USA) per operazioni inesistenti, con la conseguente sottrazione di imposte al fisco per oltre 14 milioni di euro, nonché la violazione dell’art. 12 quinquies del D.L. n. 306/92, convertito nella legge n. 356/92, poiché l’A.V. cedeva apparentemente in favore della G.P., in violazione delle disposizioni di legge vigenti, le azioni societarie da lui possedute. Sono state eseguite anche due verifiche fiscali. In particolare quella eseguita nei confronti della fallita società di Latina ha consentito altresì di rilevare che la stessa negli anni 2008-2010 aveva sostenuto costi fittizi, documentati dalle fatture per operazioni inesistenti per un totale di circa 28 milioni di euro.
Analogamente la verifica fiscale eseguita nei confronti dell’attuale società, sempre con sede a Latina, consentiva di accertare che la stessa negli anni 2011-2013 aveva sostenuto costi fittizi documentati dalla società Kalleny Holdings LLC con sede nel Delaware ed aventi per oggetto le commissioni per servizi di intermediazione per l’acquisto di poltrone e ricambi, per un totale di oltre 20 milioni di euro. Inoltre, nel corso degli accertamenti, l’attuale società S.p.A. avanzava
richiesta di adesione alla collaborazione volontaria (voluntary disclosure). A seguito di approfonditi accertamenti emergeva che l’istanza in questione conteneva dati non rispondenti al vero e fondata su documenti contraffatti. I legali rappresentanti pro-tempore, Veneruso e Di Mare venivano denunciati all' Autorità Giudiziaria per violazione dell’art. 5 septies del decreto-legge n. 167/1990 (convertito, con modificazioni, dalla legge 4 agosto 1990, n. 227) e l’istanza veniva ritenuta inammissibile dall’agenzia delle entrate di Latina.


Al termine delle complesse ed articolate indagini, anche con plurime rogatorie internazionali con Uruguay, Regno Unito e Delaware (USA), condotte dal pubblico ministero Marco Giancristofaro, il Gip del Tribunale di Latina dott. Giuseppe Cario ha emesso una ordinanza disponendo la custodia cautelare in carcere nei confronti di Veneruso e la misura degli arresti domiciliari per il commercialista, nonché il sequestro di liquidità, beni immobili, polizze assicurative e quote societarie per oltre 14 milioni di euro.