Era stato uno dei tormentoni della campagna elettorale, risolto con una legge regionale approvata lo scorso giugno per mettere regole chiare su uno dei “vuoti” lasciati dalla normativa vigente. Il terreno bollente dello scontro è sempre quello delle concessioni demaniali per la realizzazione di impianti di mitilicoltura. Più semplicemente si tratta di coltivazione di cozze in mare per cui, fino alla legge regionale, i Comuni non avevano potere in merito se non la facoltà di esprimere pareri comunque non vincolanti. Il caso Terracina in qualche modo ha fatto scuola, insieme agli altri sorti lungo le coste della Regione Lazio. Davanti alle coste pontine, come è noto, si proponeva la realizzazione di un impianto con una superficie di 500 mila metri quadrati così come richiesto dalla società cooperativa campana “Mitilflegrea”.  Oggi arriva una nuova pronuncia, questa volta da parte della giunta comunale del sindaco Nicola Procaccini che torna a ribadire il proprio orientamento negativo rispetto all’ipotesi di un allevamento di cozze. 

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