La richiesta di incidente probatorio è stata respinta dal giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Latina. Era stato il legale di uno dei due arrestati per l’omicidio al Felix, in cui era stato ucciso da una coltellata Marius Airenei, a chiedere al magistrato Mara Mattioli, l’esame di una donna di origine romena, residente in Italia. L’obiettivo del collegio difensivo e dell’avvocato Adriana Anzeloni era quello di di cristallizzare una prova come la deposizione della donna che ha assistito ad alcune fasi dell’aggressione da portare al dibattimento ma il magistrato ha motivato il diniego sostenendo che la giovane romena è residente in Italia con un regolare lavoro e quindi che la prova e cioè la sua testimonianza, non è destinata a perdersi o a deteriorarsi e può essere raccolta in fase dibattimentale.
E’ questo l’ultimo risvolto dell’inchiesta condotta dal pubblico ministero Luigia Spinelli e coordinata dagli agenti della Squadra Mobile che hanno arrestato poche ore dopo i fatti i presunti responsabili, due cittadini romeni accusati di aver ucciso il connazionale per delle avances ad una ragazza romena in occasione del party che si stava svolgendo all’interno del locale di via Don Torello.
La vittima, secondo l’accusa, ha ballato con una giovane e a quel punto si è scatenata la reazione degli indagati, la situazione è degenerata, prima un chiarimento, poi dopo che la situazione sembrava essersi tranquillizzata è nuovamente esplosa ed è spuntato un coltello con cui Gheorghe Tirim ha ucciso Airenei con una coltellata alla coscia della profondità di circa due centimetri.
E’ una ricostruzione diversa rispetto a quella che ha fornito il presunto autore materiale dell’omicidio in sede di interrogatorio di convalida, quando ha sottolineato che in realtà è stato proprio lui ad essere stato aggredito dalla vittima e da altre persone rimaste ignote e che si è difeso tirando fuori un coltello. Proprio sulla lama il pm Luigia Spinelli nei giorni scorsi ha affidato l’incarico ad un consulente di estrapolare le tracce biologiche. E’ un esame che sarà eseguito non soltanto sull’arma del delitto, ritrovata poi dagli investigatori a Sezze gettata in un piccolo giardino, ma anche sugli abiti della vittima e del presunto responsabile. Georghe Tirim è detenuto in carcere con l’accusa di omicidio volontario aggravato dai futili motivi ed è difeso nel procedimento dall’avvocato Adriana Anzeloni che nei giorni scorsi aveva chiesto l’incidente probatorio. L’altro indagato invece Sebastian Bozdog, difeso dall’avvocato Pietricola, ha presentato ricorso al Tribunale del Riesame di Roma avverso la misura restrittiva emessa dal gip su richiesta della Procura