Il lungomare di Latina appare un poâ più desolato in questi giorni. Non che abbia mai goduto di una grande vitalità nellâultimo anno, ma vedere tutte le strutture balneari smantellate (due a parte, Lido di Enea e Lido di Nausicaa, che fino a ieri erano ancora in piedi) di sicuro cambia la prospettiva che il cittadino ha del litorale. Ci hanno provato fino allâultimo i titolari delle attività installate nel tratto di lido che va da Capoportiere a Foce Verde, ma la lunga battaglia per rivendicare la possibilità di attuare immediatamente la destagionalizzazione anche nel capoluogo è purtroppo persa.
Impugnare quel famoso articolo 18 del regolamento della Regione Lazio, che prevede lâapertura annuale delle strutture, non è servito. Infatti, tale regolamento non ha validità se il Comune non lo integra ufficialmente a quello locale. Questo processo ora non è attuabile: lâente dovrebbe modificare il Pua vigente, che attualmente prevede lâobbligo di rimuovere le strutture al termine della stagione balneare il 31 ottobre di ogni anno. Domani le strutture rimaste dovranno quindi essere smantellate, proprio come è già successo per tutte le altre. Eppure i titolari degli stabilimenti hanno lottato a lungo. Lo hanno fatto prima con un rigido Commissario Barbato, con cui non è stato possibile trovare un accordo: «Le regole vanno rispettate» diceva il Prefetto che ha guidato lâente del capoluogo fino allo scorso giugno, sottolineando come lâapplicazione del regolamento regionale fosse una scelta puramente politica che spettava allâamministrazione e non ad un tecnico.
Poi gli incontri con lâattuale amministrazione, da una parte attaccata dai consiglieri di minoranza (diverse le interrogazioni dei consiglieri di Forza Italia Ialongo e Miele) ma che ha comunque mostrato interesse sulla questione, incontrando diverse volte i titolari e promettendo il massimo impegno per tentare di attivare la destagionalizzazione sin da questâanno. E lâamministrazione ci ha provato veramente: prima ha parlato di unâordinanza sindacale nelle more del Pua vigente per ovviare al problema e per permettere lâapertura degli stabilimenti per tutto lâanno; poi è andata direttamente in Regione per capire cosa si potesse fare. Tutti tentativi purtroppo falliti.
Neanche un mese fa lâassessore alle Attività Produttive Felice Costanti e il dirigente Giovanni Della Penna raccontavano del loro incontro con la Regione allâufficio Economia del Mare, dove sono state bocciate tutte le proposte da loro avanzate nei giorni precedenti: è impossibile permettere la destagionalizzazione del litorale di Latina già da questâanno, e nessuna ordinanza sindacale potrà esimere gli operatori dallâobbligo di smontare le strutture entro il 31 ottobre.
Lidi, arriva la destagionalizzazione. Lungo la Marina non c'è quasi più niente
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