A Sermoneta arrivano 29 migranti ed è subito polemica. Il sindaco Damiano è su tutte le furie perché, come da lui stesso sottolineato nella nota che riportiamo, non era a conoscenza di nulla. Per questo il primo cittadino del paese lepino ha indetto per il 29 novembre un'assemblea pubblica a Monticchio dove invita ufficialmente anche il Prefetto Pierluigi Faloni. 

"Vengo a conoscenza semplicemente attraverso la comunicazione – a posteriori – della coop. Quadrifoglio dell’arrivo presso il fabbricato sito in via Monticchio di circa 25 migranti – saliti nel mentre che le scrivo a 29 – dei quali due si sono perse le tracce”. Inizia così la lettera che il Sindaco ha inviato al prefetto di Latina questo pomeriggio.
“Ritenevo che l’invio di migranti nel nostro territorio dovesse essere preceduta da un coinvolgimento dell’Amministrazione, dei Servizi Sociali e da un incontro pubblico con i cittadini, al quale ritenevo fondamentale la presenza delle istituzioni, perché credo che i cittadini abbiano il diritto di essere rassicurati e coinvolti in questi processi.
Processi che, nonostante l’emergenza che oggi stiamo vivendo, vanno a coinvolgere la loro stessa qualità della vita, il senso di sicurezza e di identificazione di un territorio. Molti di essi hanno scelto di vivere proprio nel Comune di Sermoneta, investendo anche importanti risorse economiche, ritenendo che questo potesse garantire quel senso di sicurezza che ritenevano di non trovare nei luoghi di provenienza. Ciò non è avvenuto e già vedo crescere nel territorio fibrillazioni e comportamenti ostili che cominciano a rappresentare anche un senso di pericolo per possibili reazioni non controllabili.
Oltretutto, un numero così rilevante di migranti determina oggettivamente per il nostro Comune un fenomeno di rischio, in quanto la possibilità che ho di garantire un controllo mi diventa impossibile, visto che il numero davvero esiguo di Agenti di Polizia Locale (4 unità) per una popolazione di 10.000 abitanti distribuiti in 6 borgate e nonostante l’egregio lavoro che sta svolgendo la Stazione Carabinieri di Sermoneta, ma oberata anch’essa nel controllo del territorio, con arrivi quotidiani di migranti da Latina Scalo e di altri che dormono nei siti industriali dismessi”.
È stata programmata una riunione pubblica per il giorno 29 novembre alle ore 18 presso il Centro Civico di Monticchio, alla quale è stato invitato anche il Prefetto.
“Nella stessa evidenzierò ai cittadini che:
a) l’Amministrazione comunale di Sermoneta non è coinvolta in alcun modo in questo processo e che non ha alcun potere per regolamentarlo;
b) che non sono nelle condizioni di rassicurare che non arriveranno altri migranti;
c) che non c’è stato alcun potenziamento di personale atto a garantire la sicurezza dovuta agli stessi cittadini;
d) che non conosco in maniera assoluta la cooperativa che gestisce l’accoglienza, né tantomeno la stessa ha fornito al Comune un piano delle azioni strategiche nel quale si evidenziano le modalità di accoglienza e l’impiego degli stessi migranti; né ancor di più alcun progetto di collaborazione ed interazione con il territorio;
e) che non c’è alcun coinvolgimento dei nostri servizi sociali al fine di organizzare eventuali forme di integrazione;
f) L’età delle persone ospitate a Sermoneta, tra i 18 e i 25 anni, rappresenta proprio quella fascia che potrebbe determinare fattori di rischio maggiori, oltretutto di soggetti tutti di sesso maschile, destinati peraltro – come temo – ad aumentare, rischi resi ancora più possibili se accolti in un’unica struttura nella quale si può rafforzare l’elemento di gruppo”.
Segnalo che il nostro Comune, sebbene Sermoneta possa rappresentare l’immagine di una cittadina economicamente ricca, presenta contemporaneamente fasce di disagio economico e sociale a cui lo Stato e lo stesso Comune non riesce a dare risposte sufficienti. Ad ogni cittadino comunque a cui noi diamo un contributo viene richiesta una sua prestazione a beneficio della comunità; quindi non posso accettare, in conseguenza di questo, che i migranti ospitati a Sermoneta non contribuiscano in alcun modo ricambiando con attività lavorative o sociali il soggiorno che gli viene garantito. Ciò determina un oggettivo privilegio verso la stessa cittadinanza di Sermoneta, che si sente ulteriormente frustrata. Per tali ragioni, esprimo tutta la mia contrarietà a questo modo di gestione dell’emergenza migranti, così come sta avvenendo nel territorio di Sermoneta”.