Malavita, politica, imprenditoria e sport. Su tale intreccio, ritenuto perverso, hanno lavorato i carabinieri impegnati nell’inchiesta «Olimpia» e i finanzieri alle prese con l’indagine «Starter». Ma non solo. Proprio da quest’ultima inchiesta, che due settimane fa ha portato i pm Luigia Spinelli e Claudio De Lazzaro a disporre un sequestro di circa due milioni di euro, emerge infatti che la stessa ipotesi è stata anche fatta dall’Unità informazione finanziaria della Banca d’Italia, concentratasi su due operazioni considerate sospette. I detective di Palazzo Koch hanno infatti concluso la loro analisi sostenendo che le stranezze riscontrate nei flussi di denaro provenienti e diretti al club nerazzurro vanno inquadrate «nel contesto che sembra emergere da fonti aperte in base al quale il Maietta avrebbe ricoperto in passato e tuttora un ruolo politico di primo piano e sarebbe indagato dalla Procura della Repubblica di Latina fra l’altro per legami con il clan di origine sinti Di Silvio, colpito da diversi arresti». Dunque un intreccio di criminalità, calcio e politica, con al centro il commercialista, presidente del Latina Calcio e deputato Pasquale Maietta.
Le operazioni sospette che hanno fatto scattare i controlli di Bankitalia, nello specifico, sono due. La prima riguarda un bonifico da 638mila euro disposto il 15 febbraio 2015 dalla Edil Services coop, cooperativa edile, a favore dell’Us Latina Calcio, per l’acquisto di partecipazioni nel capitale sociale del club nerazzurro. 

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