A far scattare le indagini che hanno poi portato all’inchiesta «Starter», che ha preso pieno vigore in appena tre settimane, è stata l’altra indagine approdata tra gli spalti del «Francioni», l’inchiesta «Olimpia», in cui il pm Giuseppe Miliano ha ipotizzato la costituzione di un’associazione per delinquere in Comune tesa a favorire il Latina Calcio. I primi dubbi su alcune società dello studio Maietta, che sarebbero state impiegate per farvi transitare somme di provenienza dubbia e per dare una parvenza di regolarità al bilancio nerazzurro, sono infatti venuti ai carabinieri del Nucleo investigativo provinciale, che hanno interessato l’Agenzia delle entrate. E gli stessi ispettori del Fisco sono giunti alla conclusione che illeciti erano stati commessi, nell’ambito di operazioni in cui Pasquale Maietta avrebbe avuto un «ruolo centrale», intrattenendo con le società coinvolte sia rapporti privati che professionali, «curandone la contabilità e offrendo alle stesse il servizio di domiciliazione della sede legale». Nel rapporto fatto dall’Agenzia delle entrate ai carabinieri, con un atto di 38 pagine e 29 allegati, è stato così sottolineato che 195.500 euro che il club nerazzurro aveva ricevuto dalla SA Edilizia e Restauri srl erano stati distratti dal conto corrente della società a favore dello stesso presidente: «Emerge in maniera chiara l’intenzione dei soggetti coinvolti nell’operazione e cioè quello di trasferire la somma dalle casse del Latina Calcio alle tasche di Maietta Pasquale».

Club con le casse precarie
La situazione patrimoniale ed economica del Latina Calcio è precaria. Lo dice senza mezzi termini l’Unità di informazione finanziaria della Banca d’Italia, che ha fatto le pulci al bilancio del club nerazzurro dopo la segnalazione di due operazioni sospette, ognuna da circa 640mila euro, e che ha stilato un rapporto confluito nell’inchiesta «Starter», quella che quindici giorni fa ha portato i pm Luigia Spinelli e Claudio De Lazzaro a disporre un sequestro da due milioni di euro, mettendo sotto accusa la stessa società sportiva e dieci indagati, tra cui Pasquale Maietta e Paola Cavicchi.
Gli ispettori di Bankitalia, scandagliando le varie movimentazioni di denaro compiute nella e all’ombra della società di calcio, si sono convinti che fosse stato messo in piedi un particolare meccanismo volto a tamponare le emergenze e a far apparire solida l’Us Latina, mentre in realtà di denaro vero nelle casse del club ne sarebbe rimasto poco e somme provenienti da società di autotrasporti, quelle legati alla Cavicchi, dopo essere transitate nei momenti cruciali per la vita dei nerazzurri sui conti di quest’ultimi, sarebbero ben presto tornate al gruppo Cavicchi e a Maietta, dunque ai due presidenti della società. Più chiaramente, precisa l’Uif: «L’analisi svolta ha portato in evidenza operazioni e giri di fondi intercorsi fra la Us Latina Calcio srl, i soci e diverse società operanti prevalentemente nel settore del trasporto di merci su strada».

L'articolo completo in edicola con Latina Oggi (3 dicembre 2016)