Le lesioni riscontrate al cranio e sul corpo pare non siano state la causa della morte. Dunque il mistero sulla morte di Lancella resta. Queste sono le prime indiscrezioni sull’autopsia. Le operazioni peritali sono iniziate ieri mattina alle 11 subito dopo il giuramento del collegio dei medici legali. Il giudice ha conferito l’incarico al suo medico di parte - come aveva chiesto il legale difensore di Tamburrino, indagato a piede libero per omicidio, nell’incidente probatorio - la dottoressa Daniela Lucidi. Il collegio è composto da quattro medici legali: oltre al consulente del giudice, sono stati impegnati il medico nominato dal pubblico ministero, la dottoressa Chiara D’Orefice, il medico della difesa, il dottor Giancarlo Pacilio, ed il consulente della parte civile, il dottor Filippo Marino. L’autopsia sul corpo di Giuseppe Lancella presso l’obitorio dell’ospedale di Cassino è durata per cinque ore, fino alle 16. Come si ricorderà il rinvio dell’esame, che è avvenuto ad una settimana dalla tragedia, è stato rinviato per la richiesta avanzata dalla difesa di incidente probatorio. L’autopsia infatti era stata fissata per martedì. L’istanza della difesa di Andrea Tambirrino, l’avvocato Pasquale Cardillo Cupo, ha bloccato le operazioni peritali. Data l’urgenza del caso, il gip del tribunale di Cassino, Massimo Lo Mastro, ha accolto la richiesta di un incidente probatorio e fissato l’autopsia per ieri mattina. Si tratterà, quindi, di un’ispezione cadaverica a cui parteciperanno più consulenti, per un contraddittorio pieno tra le parti.
La difesa di Tamburrino, infatti, ricevuta la notifica dell’accertamento sulla salma della vittima, aveva avanzato la richiesta al giudice per le indagini preliminari di procedere con le forme dell’incidente probatorio, affinchè fosse il giudice a nominare il suo consulente, considerato che si tratta di un accertamento dirimente sulle varie ipotesi di avvenimento dei fatti. Il perito andrà ad aggiungersi a quello del pubblico ministero, la dottoressa Chiara D’Orefice, oltre ad un altro nominato dalla parte civile, la famiglia di Lancella, assistita dal legale di fiducia, l’avvocato Vincenzo Macari.
La difesa di Andrea Tamburrino, 41 anni originario di Carinola, indagato per l’omicidio del 52enne formiano, ha inoltre nominato un ulteriore consulente tecnico, l’architetto Michelangelo Gargano, che avrà il compito di redigere una perizia nella quale sarà ricostruita la pianta della villa, quindi la conformazione dell’immobile con le stanze, i piani, e i vari materiali usati per costruire le scale, i corrimano, i pavimenti.
Perizie finalizzate a capire che cosa sia realmente successo in quella villetta di via Giovenale al civico 19, nella periferia sud di Formia venerdì mattina intorno alle 6 e 30, dove vivevano i due amici. Un’amicizia a volte animata da grandi discussioni e litigate. E, forse, potrebbe essere stata una delle tante discussioni quella mattina ad essersi trasformata in tragedia: un acceso diverbio iniziato sulla scalinata della villa, tra il primo piano e il piano terra. In fondo alle scale poi è stato trovato Lancella, con una profonda ferita alla testa. Tamburrino, invece, dopo la tragedia ha chiamato i soccorsi ed è stato ritrovato in uno sgabuzzino, dove ha tentato il gesto estremo di suicidarsi, con un taglio alla gola. In quella stessa casa dove lunedì è giunto anche il reparto investigazioni scientifici dell’Arma di Roma che ha passato al setaccio ogni angolo dell’abitazione, raccogliendo elementi necessari per risolvere quello che resta per il momento ancora un giallo. E che forse potrebbe risolvere l’autopsia di ieri. Determinare l’origine del colpo che ha provocato la morte di Lancella sarà determinante per far prendere una diversa piega alle indagini. Per il momento le lesioni sulla testa e sul corpo non sembrano siano la causa della morte.
Intanto dopo l’autopsia, la slama sarà restituita ai familiari che potranno a distanza di oltre una settimana darà sepoltura al proprio congiunto.