Il tempo è nemico delle passioni violente e riesce quasi sempre ad annacquare gli innamoramenti, relegandoli nella vetrina dell’ordinario e della routine. Una legge che non risparmia l’elettorato, che a Latina comincia ad essere roso dal tarlo del dubbio sulle capacità gestionali dell’amministrazione Coletta, da sei mesi alla guida della città, ma a quanto pare ancora impegnata in una noiosa quanto grigia fase di studio e di analisi sulla situazione interna al palazzo.
Sindaco Coletta, quando comincerete a fare qualcosa che si possa toccare con mano?
«Tutti dicono che quando si prende in mano un’amministrazione, come è successo a noi, fisiologicamente ci voglia almeno un anno per cominciare a dare risposte. Noi abbiamo un problema aggiuntivo, che è sotto gli occhi di tutti e di cui avremmo volentieri fatto a meno: quello della messa a punto della macchina amministrativa, reduce da una gestione che non sta me giudicare e da una serie di vicende giudiziarie che sembrano non avere mai fine. Da un mese appena abbiamo un nuovo dirigente, stiamo aspettando che ne arrivino altri tre, speriamo entro la primavera. Almeno su questo dateci atto di aver imboccato una strada precisa».
Prendiamola da un’altra angolazione. Cosa intendete fare coi rifiuti?
«Stiamo provando a seguire la strada del servizio in house, vogliamo fare tutto da soli. Se a causa degli effetti della legge Madia questo obiettivo non dovesse essere perseguibile, c’è pronto un piano B, che prevede l’esternalizzazione del servizio previa modifica del bando di gara predisposto in epoca commissariale. Nel frattempo, fatemelo dire, malgrado le disavventure di Latina Ambiente e il clima di incertezza che si respira tra i dipendenti, che ringrazio sempre, la città mi pare abbastanza pulita e in ordine».
Anche per la Metropolitana ci sono un piano A, un Piano B e una soluzione di riserva?
«No, la Metro non la vogliamo, è un progetto che non ci piace e che riteniamo inutile per la città. Ci siamo già mossi col Ministero per capire in che modo sarà possibile limitare i danni dovuti al recesso contrattuale con Metrolatina, perché è evidente che si saranno dei contraccolpi e un contenzioso con la spa che avrebbe dovuti realizzare l’opera».

L'articolo completo in edicola con Latina Oggi (4 gennaio 2016)