Distruggono intere famiglie, minano la salute dei giovani, hanno costi per lo Stato altissimi e sono diffuse anche tra gli sportivi e le forze armate. Sono le droghe, storicamente al centro del business criminale, a partire da quello delle organizzazioni mafiose. E nel Lazio fanno paura. Sul territorio regionale il fenomeno è infatti a tratti più pesante di quello registrato nelle terre dâorigine delle mafie tradizionali. Un elemento inquietante che emerge dalla relazione sullo stato delle tossicodipenze in Italia redatta dal Dipartimento delle politiche antidroga della Presidenza del Consiglio dei ministri e trasmessa alla Camera dei deputati dal Ministero per i rapporti con il Parlamento.
Il dossier del Dpa analizza il problema droga a tutto tondo, dalle operazioni di polizia allâimpatto degli stupefacenti sui singoli territori, dalle spese sanitarie che sostiene lo stato per le vittime delle droghe allâincidenza delle stesse sullâincidentistica stradale, dal peso che lo spaccio ha sulla popolazione carceraria ai consumi di sostanze proibite da parte degli studenti. La Direzione centrale dei servizi antidroga del Viminale, nel 2015, ha monitorato 19.091 operazioni antidroga, con il sequestro di 84.066,38 chili di sostanze stupefacenti e un aumento di quelli di cocaina, LSD, droghe sintetiche e piante di marijuana. Il primo dato che balza agli occhi è così quello che il più alto numero di tali interventi è quello della Lombardia (3.132), seguita dal Lazio (2.940) e poi dalla Campania (1.782). Una regione che si conferma non essere ormai da tempo isola felice, dove tali operazioni, nellâarco di 12 mesi, sono aumentate del 17,22%, con il sequestro di 3.764 chili di droga e la locale criminalità indicata tra i gruppi maggiormente coinvolti nel traffico di stupefacenti per quanto riguarda i derivati della cannabis.
L'articolo completo in edicola con Latina Oggi (7 gennaio 2017)