Rischiano di finire a processo con l’accusa di violenza privata i cinque Forconi che lo scorso 14 dicembre che aggredirono nei pressi di Montecitorio l'ex parlamentare di Forza Italia Osvaldo Napoli inscenandone un simbolico arresto. Ieri la Procura di Roma ha comunicato la chiusura delle indagini nei confronti degli esponenti del movimento di cui è leader il pontino Danilo Calvani, tutti e 5 accusati di violenza privata. Si tratta dell’atto che di norma precede la richiesta di rinvio a giudizio. Una inchiesta lampo quella condotta dal pm Sergio Colaiocco che ha coordinato l’attività di Digos e carabinieri del reparto operativo. Napoli fu bloccato e strattonato mentre usciva dalla Camera dei deputati: due manifestanti gli leggevano le «accuse», nel frattempo un terzo lo teneva fermo e gli altri due lo circondavano per impedire l'intervento delle forze dell’ordine. Il blitz dei Forconi era stato organizzato per denunciare la presunta illegittimità dei parlamentari eletti in seguito alla sentenza della Corte Costituzionale sulla legge elettorale meglio nota come porcellum. Il tutto era stato ripreso con una videocamera e poi il video era stato diffuso via social media, diventando ben presto virale. Gli inquirenti hanno ricostruito l’accaduto stabilmento che l’obiettivo dei Forconi non era specificamente Osvaldo Napoli ma sostanzialmente gli attivisti cercavano un politico «da arrestare». Gli inquirenti hanno individuato i cinque autori ma gli accertamenti proseguiranno al fine di individuare tutti i soggetti che hanno avuto un ruolo attivo nel blitz. Due degli indagati sono finiti nei guai perché hanno impedito alle forze dell’ordine presenti di intervenire per liberare Osvaldo Napoli.

L'articolo completo in edicola con Latina Oggi (14 gennaio 2017)