La turbata libertà degli incanti, ossia le gare d’appalto, rappresenta il cuore dell’indagine scaturita nell’operazione “Tiberio”. E l’aggiudicazione per l’area archeologica di Villa Prato a Sperlonga ne è il cuore. Il quadro indiziario evidenzia il turbamento della gara per mezzo di collusioni e mezzi fraudolenti. Cioè l’invito di sole ditte “amiche” e la presentazione di offerte concordate, arrivando persino al ritiro di quelle già presentate nonostante fossero più vantaggiose per le casse pubbliche. C’è una cordata di imprese, insomma, che costituisce un «unico centro di interesse».
Per Villa Prato la turbativa che ha favorito la “Edil Safer srl” sarebbe stata compiuta in concorso da Nicola Volpe, Mauro Ferrazzano, Isidoro Masi e Armando Cusani. Tutti e quattro destinatari di misura cautelare in carcere. Intercettati, alcuni degli indagati tra loro parlano con linguaggio criptico. Masi e Volpe menzionano una «lista dei giocatori» per la «partita a burraco». Altro non è, per gli investigatori, che la lista delle imprese da invitare alla gara d’appalto. «L’elenco degli invitati alla gara pubblica a Masi, al funzionario pubblico preposto alla gara, - scrive il gip - lo ha dato» uno dei concorrenti, cioè Ferrazzano.
Le cose non vanno come preventivato. Prima il timore per una ditta poco «affidabile». C’è un caso di omonimia con uno dei soggetti che ha testimoniato il presunto giro di mazzette nell’ufficio tecnico per le pratiche edilizie. Dell’allarme rientrato viene subito informato con un sms Armando Cusani. All’epoca un semplice cittadino. Tra gli imprevisti, anche la partecipazione di una ditta non invitata e che poi è stata esclusa. Un altro ostacolo superato, ma ne compare uno nuovo. L’offerta migliore non è della ditta che per i piani avrebbe dovuto aggiudicarsi i lavori: c’è un ribasso del 25,88%. Volpe allarmato chiama Masi, che a sua volta si attiva col commissario di gara Luca Toscano (estraneo a tutto ciò) per prendere tempo e trovare l’artificio per scongiurare l’aggiudicazione non prevista. Masi richiama Volpe e gli spiega il da farsi: «Lo deve mettere a verbale, questo deve fare subito una lettera dicendo che si è sbagliato». E la lettera compare. L’amministratore della “D.R. Costruzioni srl” chiede alla commissione di non tener conto dell’offerta economica: «L’importo percentuale non è inerente alla gara in essere per mero errore materiale». A redigere il documento, stando alle intercettazioni, lo stesso Volpe. «Isidò, l’hai vista la dichiarazione di quello?». Masi: «No, non c’ho avuto tempo (...)». Volpe: «L’ho fatta io! L’ho scritta io! Gliel’ho fatta firmare (...)». La giustificazione addotta a quella rinuncia in sede di gara da subito non appare del tutto plausibile. Il commissario, parlando con Masi, afferma: «Dentro il plico la documentazione, anche l’offerta... era scritto giusto. Capito?». E ancora: «No Isidoro, poi di persona te lo dico, perché è successo... un qualcosa lì tra di loro perché noi ad un certo punto, non so se ti è mai successo, ci siamo trovati... come se noi fossimo tutti estranei e tutte le ditte...». Masi: «Vabbè, vabbè...». Il commissario: «Tutte d’accordo, capito?». A spuntarla alla fine è la “Edil Safer” col 16,629% di ribasso. Tutto secondo i piani.