Sono stati intercettati mentre pilotavano la gara dâappalto per i lavori di Villa Prato a Sperlonga per un importo di oltre mezzo milione di euro. Eâ stata unâindagine in tempo reale quella condotta dai carabinieri che ha portato allâarresto del sindaco di Sperlonga Armando Cusani e di altre nove persone tra imprenditori e professionisti, accusati a vario titolo di associazione a delinquere, corruzione e turbativa dâasta. Questa mattina il via con i primi interrogatori di garanzia davanti al gip Giuseppe Cario. Il primo ad essere ascoltato sarà : Nicola Volpe, poi sarà il turno di Mauro Ferrazzano e infine di Massimo Pacini. Domani sarà interrogato in carcere invece Armando Cusani.
Oggi le prime audizioni Domani tocca a Cusani
Questa mattina alle nove il via con i primi interrogatori dellâoperazione Tiberio condotta lunedì mattina dai carabinieri del Nucleo Investigativo del Reparto Operativo che ha portato a dieci arresti: in quattro sono finiti in carcere e in sei ai domiciliari per reati che a vario titolo vanno dallâassociazione a delinquere alla turbativa dâasta. In manette il sindaco di Sperlonga e poi imprenditori ma anche professionisti. Si parte oggi con lâaudizione di Nicola Volpe, mentre per lâinterrogatorio di garanzia nei confronti del primo cittadino di Sperlonga Armando Cusani, ci vorrà giovedì mattina alle 10.
Il pericolo sempre attuale della reiterazione
Quaranta pagine dellâordinanza di custodia dedicate al sostegno delle ragioni che imporrebbero la permanenza di Armando Cusani in un luogo isolato dal suo universo abituale. Il giudice Giuseppe Cario si spende per tenere il sindaco di Sperlonga in carcere muovendosi sul doppio binario del pericolo di reiterazione e quello dellâinquinamento delle prove. «Ricorre il pericolo concreto ed attuale che Cusani, avvalendosi della carica di sindaco, commetta reati della stessa specie di quelli per i quali si procede» sottolinea il Gip argomentando sul pericolo di reiterazione - «Quando non era sindaco, ed era sospeso per una condanna precedente, ha esercitato una continua e quotidiana ingerenza negli affari comunali impartendo direttive ai dipendenti, imponendo priorità su taluni interessi postergandone altri. Cusani è pronto a reiterare».
La lista dei buoni e cattivi
LâUfficio Tecnico del Comune di Sperlonga era un inferno, un terreno minato: i dialoghi tra due dipendenti, Vincenzo Vigilante e Luca Toscano, a questo proposito sono illuminanti. Da ciò che si dicono emerge con chiarezza il tenore della gestione di Massimo Pacini contaminata a tal punto da ipotesi di corruzione che ne sono turbati gli stessi collaboratori, i quali salvano un solo politico, Joseph Maric, lâuomo che la scorsa primavera è stato ad un passo dal candidarsi contro Armando Cusani con una sua lista ma poi ha desistito. «In questa amministrazione uno solo è pulito e tra poco lo fanno fuori ed è Joseph Maric», dice Luca Toscano a marzo del 2016. Mentre Pacini andava avanti a mazzette da mille a tremila euro e faceva omissioni di atti dâufficio. E che Maric volesse candidarsi a sindaco lo sapevano quasi tutti in Comune, compreso il dirigente in carica dellâUfficio tecnico, Isidoro Masi, tra gli arrestati dellâoperazione Tiberio. Masi dice in un dialogo intercettato che «non ha interessi con Maric», per lui conta solo Cusani. E siccome Masi è un uomo che guarda al sodo, o meglio agli appalti, non ha nulla da guadagnare a frequentare o, peggio, a sostenere Maric. Infatti dice: «Armando Cusani punto e basta».
Quei Comuni a delinquere
Cresciuta del 74% in tre anni e con un costo stimato di circa 60 miliardi di euro ogni 12 mesi, la corruzione è uno dei grandi mali italiani. Un fenomeno che colpisce piccoli e grandi centri di potere e che, in base allâultimo Corruption Perceptions Index, lâindice sulla percezione della corruzione da parte di esperto e uomini dâaffari, ha visto il Belpaese collocarsi al 61° posto su 168 Paesi, penultima in Europa, dove peggio si è classificata solo la Bulgaria. Sul fronte del malaffare, la provincia di Latina sembra però che stia toccando un ben triste record. Tra Aprilia e il Garigliano sono infatti in preoccupante e costante aumento i Comuni che, secondo gli inquirenti, sarebbero stati trasformati in comode basi per associazioni per delinquere, di professionisti dellâillecito che sarebbero arrivati a strutturarsi in organizzazione criminale. Non più solo contestazioni di singoli reati a politici e colletti bianchi, ma gli stessi inquadrati come una delle peggiori gang.
Il servizio completo in edicola con Latina Oggi (18 gennaio 2017)