Non basta uccidere tre persone in uno scontro frontale dopo aver guidato per quattordici chilometri contromano sulla Pontina. E non basta neppure causare un dramma di tali proporzioni dopo essersi messo al volante ubriaco e drogato. Per poter parlare di disastro colposo tutto ciò non basta. Occorre molto di più. Lo spiega il giudice Fabio Velardi, nelle motivazioni appena depositate della sentenza con cui il Tribunale di Latina ha assolto, perché il fatto non sussiste, Stefano Masci, 39enne di Nettuno.
Il 17 aprile 2006, in quella che è passata alle cronache come la strage di Pasquetta, Masci imboccò la Pontina contromano e, allâaltezza delle Ferriere, tra Latina e Aprilia, con la sua Audi A3 si schiantò contro la Mercedes S400 condotta dal 38enne romano Marco Gattuso, uccidendo Maurizio Montanari, 44 anni, Deborah Mercedes Borsari, 37 anni, e Iolanda Felisber Ramos, 30 anni, anche loro di Roma, che viaggiavano sulla Mercedes. Il 39enne venne arrestato e il sostituto procuratore Raffaella De Pasquale ipotizzò lâomicidio volontario, sostenendo che lâimputato «tirando dritto contromano a più di 120 chilometri orari accettò il rischio di provocare incidenti stradali anche con esito mortale».
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