Si fa sempre più intricata la vicenda dell’estorsione subita da un commercialista di Latina e che ha portato all’arresto di Gianluca Tintisona. A stonare era stata prima di tutto la circostanza che i due, vittima ed estorsore, fossero legati da rapporto professionale, nonché entrambi coinvolti nel sistema delle cooperative di Cisterna ramificato fino al capoluogo. Ora emerge un altro particolare che sembra uscire dalla logica delle accuse: gli assegni ottenuti sotto la minaccia della pistola erano stati regolarmente depositati presso una cassa continua.
Il proseguo delle indagini, condotte dalla Squadra Mobile, ruota attorno all’interrogatorio di convalida dell’arresto: Tintisona, difeso dagli avvocati Luca Giudetti e Oreste Palmieri, sarà ascoltato in carcere dal giudice per le indagini preliminari e avrà la possibilità di giustificare la propria condotta. Sarà utile a capire anche in che maniera si sono incrinati i rapporti nel sistema delle coop visto che Gianluca Tintisona, fratello del più noto Paolo, è arrivato al punto di aggredire il professionista che da sempre segue gli affari di famiglia. Al momento dell’arresto si sarebbe giustificato sostenendo di avere affidato una società al commercialista Gregorio Paone come liquidatore e di avergli chiesto il denaro dopo essersi visto recapitare una serie di atti che gli imponevano dei pagamenti.

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