Una condanna e quattro assoluzioni. In parte nel merito e in parte per prescrizione, dunque per il trascorrere del tempo che cancella accuse e polverizza processi. Si è concluso così, nel primo pomeriggio di ieri, il processo a quello che era stato inquadrato come un agguerrito gruppo di usurai, impegnato a strozzare piccoli imprenditori e professionisti in difficoltà tra Aprilia, Nettuno e Roma.
Secondo il sostituto procuratore Luigia Spinelli, titolare dell’inchiesta, il gruppo avrebbe operato tra il 2000 e il 2006, mettendo su un’associazione per delinquere, avvicinando le vittime, trovando canali di finanziamento, prestando il denaro loro richiesto - solitamente piccole somme - e poi arrivando a strozzare i «clienti», con tassi d’interesse anche del 235% su base annua. Caduta l’ipotesi associativa, erano poi rimaste le accuse di usura ed estorsione. E uno dei principali imputati, il calabrese Agostino Ravese, già condannato per l’agguato del 2008 a colpi di kalashnikov sull’Appia e come «soldato» dell’associazione mafiosa costituita a Nettuno dalla «sfinge» Maria Rosaria Schiavone, decise ben presto di patteggiare.

(Articolo completo su Latina Oggi del 9 febbraio 2017)