Beni per 20 milioni di euro confiscati alla camorra e ancora una volta le indagini portano anche in provincia di Latina. E' in corso una maxi operazione della Guardia di Finanza nei confronti del clan Mallardo scattata questa mattina all'alba. Immobili, beni aziendali, partecipazioni societarie, autoveicoli e disponibilità finanziarie, per un valore complessivo di circa 20 milioni di euro, sono stati confiscati oggi dai militari del Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Roma a  Michele Palumbo, classe 1952, Angela Sequino classe 1977 e Francesco Biagio Russo, classe 1966, formalmente imprenditori ma, in base a quanto ricostruito dagli inquirenti di fatto fiduciari e “prestanome” del capoclan Feliciano Mallardo.

Il giro delle imprese "Le imprese riconducibili ai tre soggetti riciclavano e reimpiegavano i proventi delle molteplici
attività delittuose del clan Mallardo, egemone nel comune di Giugliano in Campania e nei territori limitrofi. La confisca, disposta dal Tribunale di Roma – Sezione Specializzata per le Misure di Prevenzione, interviene a distanza di circa tre anni da una serie di sequestri eseguiti nei confronti dei citati proposti all’esito di laboriose indagini di polizia economico-finanziaria, avviate nel corso del 2013 dal G.I.C.O. (Gruppo Investigazione Criminalità Organizzata) del Nucleo di Polizia Tributaria di Roma e coordinate dalla locale Direzione Distrettuale Antimafia. In tale contesto, venivano confermate e valorizzate evidenze investigative di pregresse indagini di polizia giudiziaria, dirette dalla Procura della Repubblica di Napoli, nel cui ambito erano state approfondite le dichiarazioni rese da diversi collaboratori di giustizia circa l’esistenza di una cellula camorristica federata con il noto clan, con ramificazioni estese fino alla Capitale.


Il gruppo imprenditoriale Gli accertamenti patrimoniali – effettuati nei confronti di 94 persone fisiche e giuridiche - hanno
permesso di ricostruire un vero e proprio gruppo imprenditoriale, composto da diverse società attraverso le quali i destinatari della confisca hanno effettuato ingenti investimenti, principalmente nel settore delle costruzioni edilizie – di qui il nome dell’operazione – nonché in quello della distribuzione di combustibile per uso domestico, il tutto per conto della predetta organizzazione camorristica. Nel decreto in esecuzione, infatti, il Collegio rileva come i tre soggetti abbiano “due
caratteristiche in comune”, ovvero:
a) “sono legati da vincoli di sangue o comunque parentela con tale gruppo criminale;
b) hanno una propria attività imprenditoriale avviata, secondo il metodo indicato da più
collaboratori, i quali hanno chiarito come i Mallardo cercassero sempre quali loro
interposti fittizi soggetti che avessero una loro ‘credibilità’ imprenditoriale, in modo che
risultasse più difficile poterne individuare l’interposizione”.

I collaboratori di giustizia Partendo dalle rivelazioni dei collaboratori di giustizia, è stato inoltre svelato il c.d. “sistema
dei mutui”, utilizzato per l’effettuazione degli illeciti investimenti (ingiustificati sotto il profilo economico), volto a dare loro un’apparente liceità allo scopo di eludere eventuali provvedimenti ablativi. La “holding” criminale ha, in tal modo, accumulato un enorme patrimonio mobiliare ed immobiliare, del tutto incongruente con i redditi dichiarati dagli interessati.
L’odierno provvedimento del Tribunale conferma la solidità dell’impianto accusatorio formulato dalla D.D.A. capitolina, sia per quanto concerne la qualificata “pericolosità sociale” dei tre proposti - ai quali è già stata applicata la misura di prevenzione della sorveglianza speciale di pubblica sicurezza, con obbligo di soggiorno nel comune di residenza (per anni 5 nei confronti
di Palumbo e Russo, per anni 2 nei confronti di Sequino) - sia in ordine alla manifesta sproporzione tra il patrimonio mobiliare, immobiliare e societario riconducibile ai medesimi e la loro modesta situazione reddituale.

I beni confiscati:  patrimonio aziendale e relativi beni di 5 società con sede nelle province di Roma e Napoli, di cui 2 operanti nel settore della costruzione di edifici, 1 in quello della compravendita di immobili, 2 nel commercio al dettaglio di combustibile per uso domestico; quote societarie di 1 società con sede nella provincia di Napoli, operante nel settore della
locazione di immobili; 74 unità immobiliari (fabbricati, terreni e posti auto) site in Roma e nelle province di Roma,
Napoli e Caserta; 15 autoveicoli; rapporti finanziari, per un valore complessivo di circa 20 milioni di euro. L’esecuzione del provvedimento è in corso ad opera di oltre 30 Finanzieri nelle città di Roma, Napoli e Caserta e in provincia di Latina.