Il caso dei medici non obiettori vincitori di un concorso che prenderanno servizio al San Camillo Forlanini ha riaperto l’antica disputa sui limiti dell’applicazione della legge 194. Stando ai dati diffusi dalla direzione regionale Salute ed integrazione sociosanitaria (rapporto novembre 2016 relativo al 2015) nell’Asl di Latina il personale non obiettore è composto da 19 sanitari su 141 (13,5 %). Va detto che la stragrande maggioranza di obiettori di coscienza sono ginecologi (circa 9 su 10). 

Ad ogni modo nell’area pontina il diritto all’Ivg viene garantito più delle altre realtà laziali. A livello regionale i problemi derivano dalla congestione dei pochi centri della capitale, che assorbono la maggioranza delle interruzioni volontarie di gravidanza entro il novantesimo giorno ed in cui confluiscono pure le donne delle province di Frosinone, Rieti e Viterbo, dove non è possibile eseguire aborti terapeutici. Sotto questo profilo Latina assicura l’assistenza essenziale per le interruzioni di gravidanza. 

Al Goretti, di fatto, il diritto delle donne di interrompere una gravidanza indesiderata può contare sul lavoro del dottor Vittorino Rossitto, responsabile dell’unità operativa di alta professionalità per l’applicazione della legge 194, coadiuvato peraltro da una sua collaboratrice. Sempre presso l’ospedale di Latina, oltre ad un ginecologo, ci sono almeno tre anestesisti non obiettori. Presso l’ospedale di Fondi, il servizio è coperto dal momento che ci sono i medici non obiettori. 

(Articolo completo su Latina Oggi del 24 Febbraio 2017)