Nell’ambito del bando per la riqualificazione delle periferie degradate emanato dalla Presidenza del Consiglio era utile presentare dei progetti di finanza con capitale privato al fine di ottenere un maggiore punteggio e quindi accedere a maggiori finanziamenti. Questi progetti dovevano comunque rispettare i principi cardine del bando, che richiede interventi fattibili dal punto di vista urbanistico (validi secondo gli strumenti vigenti), capaci di operare una ricucitura urbana e sociale nelle aree di interesse, utili per la comunità e privi di maggiore consumo del suolo. Nella relazione presentata dal proponente del progetto (la Ludo Sas di Francesco Damiani), sono presenti dati sociali ed economici che sembrano portare tutti in una direzione: la costruzione di un mega-impianto da 5,6milioni di euro  con costi di manutenzione che si aggirano intorno agli 800mila euro l’anno, naturalmente da far costruire e gestire ai privati in un contesto favorevole come quello del comparto C1 della città (Ppe-Centro direzionale) proprio accanto al grande grattacielo Torre Pontina e al complesso commerciale Latina Fiori.
Piscine ma non solo, «perché la vocazione del progetto non è solo l’acqua» come si legge, ma prevede anche campi di basket, solarium, giardini e un grande tetto mobile a ventaglio che conferisce ai rendering della struttura un aspetto avveniristico.
I ricavi del progetto sono importanti, e si stima che nell’arco di quarantacinque anni (questa la durata della concessione che tra l’altro prevede l’apertura del cantiere entro il primo semestre del 2018 e la condivisione con i primi lotti privati con il pubblico entro sei anni dalla start up, quindi presumibilmente verso il 2026) si aggirino intorno ai 55 milioni di euro.

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