A dare l’idea dell’estenuante gioco politico del muro contro muro condotto ieri in aula da maggioranza e opposizione è stata la tenuta della conduzione del presidente Massimiliano Colazingari. Prima fermezza e rigidità fino ad arrivare allo scontro verbale con Calvi, poi il tentativo più morbido di mediare, infine quel filo di voce nel dirimere le battute finali a segnare la stanchezza nel parare una controffensiva durata una giornata intera. E a molti è sembrato di assistere ad un meccanismo dei primi consigli comunali, quando l’opposizione disseminava di piccole trappole formali il percorso dei neofiti e «i nuovi» si arroccavano nella chiusura, forti della supremazia nei numeri. Ieri questa dinamica si è ripetuta per la richiesta di dilatare gli interventi oltre i 15 minuti consenti e funzionali ad un approfondimento complesso come quello del bilancio. Una richiesta di Calvi, avallata anche dal resto dell’opposizione ma su cui Colazingari non ha voluto sentire ragioni: «Oggi abbiamo 8 delibere, 62 emendamenti, per me la richiesta non è da accogliere». Alla fine, messa ai voti, la proposta è stata bocciata dalla maggioranza. Calvi e altri non hanno risparmiato critiche a Colazingari e a Lbc: “Avete bocciato una città e non una minoranza». «Questa è la prova plastica di quello che in quest’aula non funziona – ha chiosato Calandrini - bisogna correre per approvare punti all’ordine del giorno, faremo in modo di non disturbare il manovratore». Evidente la difficoltà di trovare punti di incontro tra i due blocchi, un quadro scontato anche per l’ultima sortita dell’opposizione dal Prefetto.