In Corte d’Assise d’Appello il 26 giugno del 2014, una parte della ricostruzione di quella drammatica sera in via Bruxelles è cambiata e per Paolo Peruzzi, Gianfranco Toselli, Fabrizio Roma e Matteo Ciaravino, il reato era stato derubricato da omicidio volontario in morte come conseguenza di altro delitto e la pena era stata sensibilmente ridotta: da 15 anni di reclusione a 4 anni, 3 mesi e venti giorni. Sulla scorta di questa rivisitazione per i quattro imputati era stata disposta l’immediata scarcerazione. I magistrati in quell’occasione avevano accolto la prospettazione del collegio difensivo che ha sostenuto che i quattro non erano al corrente che Alex Marroni fosse armato di pistola e avesse intenzione di uccidere Vaccaro. Secondo quanto hanno sostenuto le difese, i quattro imputati erano convinti di partecipare invece ad un confronto- chiarificatore con la vittima e non ad un delitto. In secondo grado la Corte d’Assise d’Appello aveva condannato Alex Marroni, ritenuto l’esecutore materiale del delitto, a 16 anni di reclusione mentre Francesco D’Antonio, ritenuto l’ispiratore, era stato condannato a 15 anni e 6 mesi e le condanne erano state sensibilmente ridotte rispetto ai 24 anni di reclusione per i due imputati. Non è mai stato un processo facile quello sul delitto di Matteo Vaccaro, ucciso da un colpo di pistola al petto durante l’appuntamento al Parco Europa. Da una parte la vittima, accompagnata dal fratello e dall’altra Francesco D’Antonio, insieme agli altri.