Si sono avvalsi della facoltà di non rispondere i due finanzieri arrestati per concussione, davanti al gip Laura Matilde Campoli si sono limitati a negare le accuse.

Sono cinque gli episodi contestati e in uno figura come parte offesa anche il vicepresidente del Latina Calcio Antonio Aprile. Oltre all’imprenditore sono state ascoltate altre persone che hanno confermato le accuse. Non soltanto soldi, i due finanzieri raccoglievano anche altro e nell’ordinanza di custodia cautelare sono emerse anche diverse confezioni di vino in cambio di una verifica fiscale a buon fine.
Una volta che gli investigatori del Nucleo di Polizia Tributaria della Guardia di Finanza hanno cristallizzato le nuove dichiarazioni, hanno chiesto ai tre pubblici ministeri De Lazzaro, Spinelli e Bontempo, l’applicazione di una misura restrittiva più dura come quella del carcere. Come ha scritto anche il gip nell’ordinanza cautelare: «Lo sviluppo del sospetto in merito al coinvolgimento dei due finanzieri in attività illecite attinenti l’esercizio delle loro funzioni trovava un primo riscontro nel riferimento all’esistenza di un paniere, termine con cui delineavano una cerchia di soggetti da contattare per la fissazione di incontri periodici che risultavano direttamente o indirettamente titolari di partita Iva».
E poi gli investigatori hanno sottolineato anche i rapporti che i due finanzieri avevano con le parti offese tra cui una coppia di Cisterna. «Ho conosciuto i due finanzieri in occasione di una verifica del 2010, dopo circa due anni ho incontrato Ciro in un bar che si è presentato come il finanziere che aveva fatto una verifica nella mia società - ha detto una delle vittime - due anni dopo è tornato nella azienda da solo e gli ho dato 200 euro, dopo quell’occasione è tornato a Natale del 2012 e gli ho dato 150-200 euro, poi a Ferragosto del 2013 e si è presentato insieme a Tarcisio e gli ho dato altri 200 euro a testa. Poi ancora a Natale del 2013 e in quell’occasione ho dato altri 400 euro e infine ad agosto del 2014 quando gli ho dato altri 400 euro». Negli atti sono finite anche altre dichiarazioni delle parti offese, una delle quali ha detto. «Mi sentivo costretto a dare i soldi perchè si trattava di finanzieri e mi sentivo costretto davanti alla loro inarrestabile insistenza e per paura di un loro risentimento davanti ad un mio rifiuto temendo ulteriori controlli fiscali». Era questo il modus operandi secondo gli inquirenti. Oltre alle confezioni di vino le utilità erano anche altre, come il cambio delle gomme di un’auto, una Fiat Croma grigia utilizzata dai due finanzieri.
Ma non solo: «Hanno prospettato ai privati con abuso della propria qualità, la possibilità di essere sottoposti ad ulteriori controlli fiscali e indirettamente di subire conseguenze aggiuntive nello sviluppo penale della vicenda tributaria sulla quale gli stessi - ha aggiunto il gip Laura Matilde Campoli - hanno manifestato un coinvolgimento nelle funzioni di ispettori, ufficiali di polizia giudiziaria e di testimoni nel processo».