I problemi della sanità pontina non sono soltanto riconducibili alle gravi carenze di personale e posti letto, oggi più che mai criticità su cui sono accesi i riflettori dell’opinione pubblica. I problemi sono causati anche in maniera significativa da una totale assenza di comunicazione di tipo istituzionale. Non si tratta di un assunto nato dal nulla, ma di un vero e proprio studio corredato di meticoloso approccio scientifico che ha dimostrato come la capacità comunicativa della Asl di Latina, sia essa orizzontale che verticale, sia completamente inadeguata all’enorme bacino di utenza del capoluogo. La ricerca, dal titolo “Sanità: la comunicazione come leva dell’efficienza organizzativa per migliorare la qualità erogata e la percezione del paziente” è stata eseguita dalla giornalista pontina Michela Coluzzi per la Luiss e si configura come un project work finale del Master di II livello in Management delle Aziende Sanitarie, pubblicata anche sul mensile “Mondo Sanitario”.

I dati analizzati sono chiari: su una popolazione di 138 intervistati, tra i 15 e gli 80 anni, di cui il 42% maschi e il 46% femmine (l’11,59% non ha dichiarato il sesso), il 40% del totale giudica l’organizzazione del sistema sanitario pubblico come appena sufficiente e il 34% addiritura scarso. «In questo sistema sanitario locale - spiega la ricercatrice - il funzionamento e la qualità delle prestazioni sembrerebbero demandate alla capacità, professionale ed umana, del singolo medico e/o operatore sanitario, ma non sussiste una procedura standardizzata che garantisca livelli qualitativi di assistenza adeguati e linee di guida definite». Inoltre, come spiega la ricercatrice, riguardo la voce “Notorietà degli screening attivi sul territorio” la fetta più grande degli intervistati (il 38%) risulta essere informato da familiari e amici: il 16% da testate, tv e radio locali; l’11% da medici di base.

(Articolo completo su Latina Oggi dell'11 Gennaio 2016)