In un quadro complessivo di recupero del clima di fiducia sia su scala nazionale che provinciale, come emerso dalle analisi riferite al tessuto imprenditoriale, diversi sono gli elementi restituiti dall’indagine Excelsior che contribuiscono a confermare il recupero in atto.
Alla breve sintesi prodotta da Unioncamere per la nostra provincia riferita al IV trimestre 2015, che si allega al presente comunicato, il contributo all’analisi che Osserfare intende produrre è volto a cogliere i principali elementi dirimenti che emergono dalle serie storiche trimestrali, allo scopo di evidenziare le tendenze di fondo che solo un’osservazione di più lungo periodo è in grado di restituire.

ANALISI OSSERFARE
La serie storica trimestrale riferita all’ultimo biennio offre alcuni spunti sui quali è utile soffermarsi:
nonostante il saldo annuale tra nuovi ingressi ed uscite si mantenga negativo, questo risulta in netto miglioramento rispetto all’annualità precedente (-490 unità nell’intero 2015, a fronte delle -1.650 del 2014), in quanto le indicazioni trimestrali relative alle previsioni di assunzione mostrano un progressivo miglioramento tendenziale;
anche la componente dei lavoratori alle dipendenze mostra un interesse crescente da parte delle imprese locali, con il tempo indeterminato che in termini di media trimestrale 2015 sfiora una quota prossima ad ¼ (1/3 in chiusura d’anno) delle assunzioni complessive (universo che comprende lavoratori alle dipendenze, interinali, collaboratori a progetto e autonomi), a fronte del 20% medio riferito all’anno 2014;
la somma delle previsioni di ingresso formulate nelle quattro indagini trimestrali riferite al 2015 supera le attese annuali espresse ad inizio anno, grazie alla componente dei servizi, probabilmente per effetto del lento miglioramento della domanda interna, come certificato dall’Istat (+0,9% la crescita tendenziale dei consumi finali nazionali);
diversamente, l’industria raggiunge un traguardo inferiore rispetto alle più ottimistiche previsioni di inizio anno di una ripresa dell’occupazione, smentita nelle successive rilevazioni trimestrali (-150 unità il saldo, a fronte delle +60 unità in più previste ad inizio anno).

La Cassa Integrazione Guadagni

Anche i dati restituiti dall’Inps sembrano confermare un miglioramento del clima economico in corso; difatti, in uno scenario nazionale di deciso contenimento del monte ore autorizzato (oltre 582 milioni di ore, in flessione del 34% rispetto ai dodici mesi precedenti), gli esiti rilevati a livello locale, sebbene con progressi meno accentuati, concordano con le dinamiche complessive.
Il monte ore di cassa integrazione autorizzate dall’Inps per la provincia di Latina si attesta ad ottobre 2015 sui 3,7 milioni di ore, per una marcata flessione tendenziale intorno 20,0%.
Le componenti ordinaria e straordinaria mostrano tendenze concordanti in termini di riduzione delle autorizzazioni (-18% e -43% le rispettive variazioni), mentre gli interventi in deroga risultano in decisa controtendenza, mettendo a segno una crescita del 17% circa.
Al riguardo, occorre sottolineare che lo strumento in deroga evidenzia una forte variabilità non dipesa da fattori stagionali, ma dovuto ai tempi di finanziamento della misura, che viene alimentata esclusivamente da risorse pubbliche.

La stima, sempre da prendere con la dovuta cautela, del numero di lavoratori che potenzialmente possono avere utilizzato tale strumento di sostegno al reddito nel corso dei primi dieci mesi del 2015 in provincia di Latina, risulta pari a mille e 700 occupati equivalenti (numero ipotetico di lavoratori sospesi integralmente a zero ore nell’anno). L’incidenza sull’occupazione dipendente si attesta all’1,2% (era il 2,0% nel 2014); nel Lazio i lavoratori in cassa integrazione si stimano pari al 1,4% degli occupati dipendenti, 1,6% la media nazionale.
Per concludere, le tendenze sopra descritte richiedono un riscontro con i dati dell’indagine sulle Forze di Lavoro condotta dall’Istat, i cui esiti riferiti all’anno 2015 a livello provinciale saranno disponibili entro il prossimo mese di marzo. E’ chiaro che la cautela è d’obbligo anche in relazione alla moderata espansione dell’economia italiana, la cui ripresa nelle ultime previsioni segna un potenziale rallentamento.
Le evidenze su scala nazionale restituite dai dati INPS e Ministero del Lavoro delineano per il 2015 una complessiva crescita degli occupati (circa 200 mila unità fino ad ottobre) prevalentemente nell’area del lavoro alle dipendenze e nel settore dei servizi, risultando ancora in flessione l’edilizia e stazionario il comparto manifatturiero che, dunque, sembrerebbe aver arrestato l’emorragia di posti di lavoro.
Il che attesta un’inversione di tendenza decisa, sebbene il ritmo di tale recupero e la consistenza rispetto alle più significative perdite realizzatisi da inizio crisi non garantisca certezza degli sviluppi futuri. Inoltre, le ultime stime Istat riferite a novembre 2015 attestano per la prima volta una concordanza degli indicatori del mercato del lavoro, con la diminuzione del tasso di disoccupazione e della popolazione inattiva e la contestuale crescita dell’occupazione; il che certificherebbe un inequivocabile miglioramento, cui hanno contribuito senz’altro gli interventi normativi di defiscalizzazione, sebbene, considerati gli ingenti investimenti pubblici, le attese in termini di rimbalzo dell’occupazione fossero superiori.