Un anno a Bruxelles ha confermato in Nicola Procaccini la convinzione che sia necessario cambiare nel profondo l'attuale Unione Europa. Fin dal primo giorno nell'europarlamento l'ex sindaco di Terracina ha costruito la propria narrazione usando il titolo di un libro di George Orwell, "Nel ventre della balena". Nei video che ogni settimana Procaccini affida ai propri social, l'apertura è sempre questa. Dunque che anno è stato, questo, per l'eurodeputato di Fratelli d'Italia? «Un anno davvero difficile per tanti motivi - spiega Procaccini - E non posso che iniziare dalla fine: il 2020 è stato condizionato dall'emergenza coronavirus che ha dirottato il piano della Commissione Von Der Leyen, tutto concentrato sul cosiddetto Green Deal. Ne ha risentito anche il comparto agricolo, spesso al centro dei miei interventi e delle mie iniziative a tutela delle aziende e dei prodotti italiani. Comunque, al netto delle inevitabili difficoltà iniziali, ho cercato di rendermi subito operativo. Intervenendo spesso durante le sessioni plenarie, presentando interrogazioni e mozioni, che talvolta hanno segnato il corso degli eventi. Come quando abbiamo sconfitto il tentativo delle sinistre di mettere al riparo dalla giustizia, le ONG coinvolte nel traffico di immigrati clandestini».

I numeri che snocciola Procaccini rispetto a questo primo anno, sono importanti: 44 interrogazioni presentate, 11 mozioni, 17 interventi in seduta plenaria, il 94,5% di voti espressi a chiamata nominale. Insomma, risultati lusinghieri dopo l'elezione avvenuta a maggio 2019. «Fu il punto di arrivo di una campagna elettorale durissima, su e giù per un territorio con 17 milioni di abitanti - afferma Procaccini - Ma soprattutto un punto di partenza, per affermare anche in Europa i valori e i programmi di Fratelli d'Italia. Questi sono stati mesi davvero intensi, in cui abbiamo affrontato, insieme ai colleghi del gruppo dei Conservatori e Riformisti, tante battaglie: dal sostegno delle aziende e dei prodotti italiani alla politica agricola, dalle questione dei migranti alla islamizzazione dell'Europa, e tante iniziative concrete come il progetto "Strade d'Europa" al servizio di imprese e istituzioni per ottenere i fondi comunitari. Sempre con un obiettivo ben chiaro: cambiare questa Europa che, tradendo le sue radici, si è trasformata in una infernale macchina burocratica non più al servizio dei popoli e della loro integrazione ma dei grandi gruppi di potere economico-finanziario. E' una Europa che non ci piace, che così ha davvero poco futuro e il mio lavoro continuerà ad essere quello di tentare di cambiare il corso della cose, per restituire ad ogni cittadino quell'idea di Europa di cui, da giovane, mi sono innamorato». Nel ventre della balena, Procaccini ha subito un prtegiudizio politico legato alle posizioni di Fratelli d'Italia in tema di immigrazione.

«Certamente il mio ruolo di coordinatore dei conservatori in seno alla Commissione Affari Interni e Giustizia, mi ha portato spesso nel cuore del problema più insidioso e divisivo: l'immigrazione illegale. Eppure ho sempre cercato di far comprendere il nostro punto di vista in modo puntuale e rispettoso. Anche quando i pregiudizi politici verso di noi sono sembrati odioso e insuperabili. Purtroppo la mia idea di Europa resta molto distante dall'Unione Europea in cui opero da parlamentare. Ma non per questo mi arrendo. Mi batto per le mie idee, per affermare l'interesse della mia nazione. Per restituire bellezza ad una idea sfiorita nel tempo. L'Europa, anche questa Europa, può ancora cambiare».

L'esperienza da sindaco lo ha portato a creare poi un portale, Strade d'Europa, che mira ad aiutare gli enti locali a partecipare a bandi per i fondi dell'Ue. «Naturalmente il mio approccio ideale è sempre andato a braccetto con la concretezza che mi deriva dalla lunga esperienza da amministratore locale. Anche per questo, per rendere più semplice l'approccio al sistema Europa e alle sue maglie burocratiche, ho voluto creare un progetto come "Strade d'Europa ", per mettere a disposizione di tutti una piattaforma, un luogo di incontro in cui poter accorciare le distanze tra i palazzi di Bruxelles e le esigenze concrete di imprese, enti, cittadini. In conclusione, non è stato semplice questo primo anno al Parlamento Europeo, ma estremamente formativo. Ne farò tesoro per il prosieguo di questa bella esperienza».