Se ne parlava da giorni, e il momento è arrivato. Il capogruppo del Pd Valentina Berti lascia il partito e passa al gruppo misto. La decisione, su cui rifletteva da tempo, è arrivata ieri in una nota. Lei lo considera un «ritorno a casa» con i consiglieri coi quali aveva accettato la sfida elettorale nel 2016, ovvero Alessandro Di Tommaso e Giuseppe D'Andrea, già fuori dal Pd. Il partito di Zingaretti in Consiglio comunale così scompare.

Berti andrà a sostenere Roberta Tintari sindaco. «Ho rappresentato i miei elettori con coerenza fino alla fine, ma qualcosa si è rotto tra me e il Pd» spiega, «un partito che non riconosco più e dal quale non sono riuscita a farmi ascoltare. Il mio impegno per la città prosegue in una lista civica che mi consentirà di contribuire con le mie idee al bene comune». Lo strappo col partito arriva a pochi mesi dal voto. Ma avvisaglie c'erano state già prima dell'emergenza, nel corso del confronto sul candidato sindaco.

Berti, dopo il rifiuto ricevuto dal circolo di Rita Visini e Fabrizia Abbate, aveva chiesto di essere presa in considerazione come possibile candidata, ma soprattutto aveva proposto di ricorrere alle primarie per una maggiore democrazia cittadina. Risposte, a quanto pare, non ne sono arrivate. Berti parla di «incomunicabilità tra le mie idee e quelle del Pd ormai irrimediabile» e ora guarda al gruppo che si sta costruendo intorno al candidato Tintari. «Ho preso coscienza che i risultati, sebbene tra persone di orientamenti diversi, si possono raggiungere con il dialogo e la condivisione. Con Roberta Tintari c'è sempre stato un confronto schietto, orientato esclusivamente al bene della città».

Quanto al Pd: «Le soluzioni dentro il partito e nel rapporto con la città potevano e dovevano essere diverse» aggiunge, «i dirigenti locali hanno scelto di seguire la loro strada senza ascoltare minimamente le istanze che provenivano dal territorio. Ho provato con senso di responsabilità a non lasciare nulla di intentato. Il silenzio e l'immobilismo davanti alle molteplici sollecitazioni sono emblematiche di una differenza di visione e di prospettiva». Il consigliere parla di «momento storico» in cui bisogna «metterci in discussione per il bene della città» e conclude. «A tutti coloro che hanno scelto di seguire una strada diversa faccio il mio migliore in bocca al lupo, agli elettori la scelta se sarò all'altezza di rappresentarli ancora».