Luci, riprese, telecamere, un pubblico rado ma garantito, l'eleganza che in qualche caso ha cozzato con lo sfondo sportivo e con la raccomandazione di usare scarpe di gomma per non graffiare il parquet del PalaCarucci. È iniziato così, strano e un po' incerto come è l'epoca che viviamo, il primo Consiglio comunale dell'era Tintari, celebrato ieri mattina all'interno del palazzetto dello sport della città. Decisione presa soprattutto per garantire gli spazi del distanziamento, ma anche, dirà il sindaco nel suo discorso, per scendere dal Palazzo, nel «luogo per eccellenza in cui si celebra la gioventù, la socialità, la lealtà, lo spirito di confronto e l'impegno comune, metafora dei valori che devono ispirare l'azione di una classe dirigente».

Coreografia obbligata: i consiglieri neoeletti si sono tutti disposti attorno al perimetro del campo, la giunta di fronte agli spalti. Tutti coi volti coperti dalle mascherine. La seduta è cominciata alle 10.25. Il consigliere "anziano" Luca Caringi ha assunto la carica provvisoria di Presidente del Consiglio comunale accanto al segretario generale Grazia Trabucco. L'appello ha rivelato subito delle assenze tra i banchi dell'opposizione. Quelle di Gianfranco Sciscione, Massimiliano Tocci e Augusto Basile. Ventidue in tutto i presenti, compreso il sindaco. Si parte con l'esame di eleggibilità e candidabilità dei consiglieri, poi l'elezione del presidente del Consiglio comunale, con scrutinio a voto segreto. Nessuna sorpresa, viene eletto con 20 voti Gianni Percoco. Poi si passa alla vicepresidenza, che per consuetudine viene garantita a un esponente della minoranza.

E così è ma si assiste, in prima votazione, a una "corsa" tra Sara Norcia e Alessandra Feudi, emtrambe consiglieri della Lega. La prima prende 6 voti, la seconda 14 (due voti vanno rispettivamente a Di Girolamo e Casabona). Nessuno ha i due terzi e si rivota. Stavolta Feudi prende 17 voti, Norcia 5. La cerimonia è proseguita: Percoco, nel suo discorso al timone dell'Assise, ha assicurato «la tutela dei diritti di tutti i consiglieri». A seguire, il giuramento del sindaco che indossa la fascia e legge la formula. Poi, una breve lettura dei punti più urgenti che saranno affrontati in questa fine anno. L'acquisto della draga, la viabilità al Calcatore, l'urbanistica a Borgo Hermada e La Fiora, la mobilità, il ponte Sisto, il personale da rimpinguare.

La parola passa ai consiglieri. E dall'opposizione, esordisce il capogruppo del Pd Armando Cittarelli che spegne subito gli entusiasmi: Parla di «linee guida un po' scarne», ricorda alla maggioranza che «siete poca cosa, rappresentate una piccola parte della nostra comunità» e dice di avvertire «un atteggiamento sbagliato e preoccupante» e un'assenza di visione. «Ci avete raccontato la cronaca, ma questa città deve capire di cosa deve vivere, di cosa è fatta la sua economia». Gli rispondono Ilaria Marangoni (Uniti e Liberi) e Patrizio Avelli, poi anche il sindaco: «Ho parlato solo di alcuni obiettivi a breve termine, il dialogo è sempre aperto». Poi tocca a Valentino Giuliani, candidato non eletto al ballottaggio che promette battaglia: «Disposti al confronto, ma l'opposizione deve fare l'opposizione, vigileremo e le commissioni saranno il luogo deputato del dibattito». Vengono, infine, indicati i capigruppo. Patrizio Avelli per Fd'I, Valentina Berti per la lista Tintari, Ilaria Marangoni per Uniti e Liberi, Marcello Masci per Cambiamo. In opposizione, Giuliani guida il gruppo della Lega, Francesca Rasi la lista Giuliani sindaco, Augusto Basile Forza Italia, Gianfranco Sciscione la lista Sciscione sindaco e Cittarelli il Pd. Come che sia, adesso, finalmente, si può partire.