Prima la capacità di sintesi e la convergenza politica su un progetto comune, poi la delicata scelta di un nome che rappresenti la vera novità in uno scenario complesso e profondamente mutato in questi quattro anni. Procede per tappe il percorso ad ostacoli del centrodestra locale sotto i riflettori in questa fase di prime consultazioni in vista delle comunali nel capoluogo. Gli ostacoli sono le aspirazioni dei tre partiti, Lega, Forza Italia e Fratelli d'Italia, ognuna con una ragione in serbo per avanzare e rivendicare il suo spazio.
Una cosa però è chiara a tutti: si tratta di paletti da rimuovere in fretta per arrivare il più velocemente possibile ad una proposta comune e congiunta che certifichi l'unità del centrodestra, quella che nel 2016 non fu raggiunta causando la grande spaccatura nella quale si è insinuata la chance poi raccolta e giocata bene da Damiano Coletta. E' un errore che non può essere ripetuto ed è forse l'unico punto davvero chiaro a tutti gli interlocutori di questa partita nel centrodestra. Una partita che dipende molto anche da quello che si deciderà sul tavolo nazionale e romano e anche il nome del candidato entrerà nella posta quando il centrodestra regionale e nazionale scioglieranno i primi dubbi. Ed è probabile che proprio dal nazionale arrivi analogo invito: i partiti e i singoli dovranno fare un passo indietro rinunciando all'autoreferenzialità in nome di una proposta che su Latina punti all'unità di tutto il centrodestra. Del resto non è una piazza difficile come Terracina e Fondi, le condizioni, vista la collaborazione già espressa in consiglio comunale tra i partiti di riferimento, ci sono.
L'altro nodo da sciogliere è quello se si debba puntare su un candidato della società civile o su un politico e anche qui le proposte sono molte e variegate. Dal punto di vista politico si pensa di affidare a una donna la leadership e in questo senso il cerchio sarebbe ristretto, visto che le uniche due donne consigliere in opposizione sono Giovanna Miele (ex FI) e Matilde Celentano (FdI). Sembrano invece fuori dal giro delle nomination i leader provinciali di Fratelli d'Italia Nicola Calandrini e Forza Italia, Alessandro Calvi. Si fa insistentemente il nome dell'avvocato Annalisa Muzio che ha guadagnato stima e apprezzamenti bipartisan in occasione di iniziative di tipo sportivo e culturale.
Fratelli d'Italia starebbe puntando sul nome dell'ex presidente dell'ordine degli avvocati Gianni Lauretti, figura solida e di esperienza anche se lontana dalla politica di partito. Per ora tutte ipotesi e nulla di più, ma c'è chi all'interno dei ragionamenti emersi sui vari tavoli di partito spinge piuttosto per la necessità di individuare una figura più politica, che si sia fatta le ossa nei partiti conoscendo dunque modi e tempi della macchina amministrativa. Una esperienza alla Damiano Coletta, per capirci, è quella che si vuole evitare tra le file del centrodestra: l'inesperienza, in termini di risultati e popolarità può costare tempi lunghi ed errori che la città non può più permettersi.