La maggioranza Terra si spacca sul caso Salini ma alla fine l'accordo transattivo per liquidare l'indennizzo per gli espropri operati negli anni '90 passa per il rotto della cuffia. Il Consiglio comunale al termine di una sedua durata due  giorni, sospesa il 28 dicembre e ripresa questa mattina, ha approvato la delibera malgrado l'astensione di due gruppi di maggioranza: Aprilia Domani e Piazza Civica. Alla fine i voti favorevoli sono stati 11 (Il sindaco Terra, il presidente del Consiglio De Maio; Marchitti, Di Leonardo e Vittoriano per Forum per Aprilia; Moroni e Bortolameotti per Unione Civica, Zanlucchi e Cola per L'Altra Faccia della Politica, Lombardi per la Rete dei Cittadini e Iulian per la lista Terra), mentre 8 sono stati i contrari (Boi e Renzi per la Lega, La Pegna e Grammatico per FdI, Giusfredi e Zingaretti per Azione, Lazzarini per Forza Italia e Vulcano) e 5 gli astenuti. Astensione che apre degli interrogattivi nella tenuta del'amministrazione. La seduta per certi versi dai toni drammatici ha visto uno scontro feroce, con l'opposizione che ha invitato la maggioranza a rinviare il punto, paventando un rischio di un anno erariale. "L'iter di questa vicenda è controversa, visto che i documenti ci sono stati inviati - ha detto il capogruppo della Lega, Roberto Boi - a ridosso del Consiglio o sono parziali, costringendo a un supplemento di studio sotto le feste natalizie e di notte. E voglilamo parlare di quello che è accaduto nello scorso Consiglio comunale? La seduta è iniziato alle ore 10 e noi abbiamo avuto l'integrazione del Ctu solo alle ore 13, invece la relazione del Cpt Valerio Valeri quando ce l'avete data? Avete messo - attacca Boi - i consiglieri nelle condizioni di non capire nulla. Nonostante al sindaco sia ben chiara l'assurrda valutazione del Ctu, oggi chiedete ai consiglieri un atto di fede, un salto nel buio". 

Aprilia Domani ha riconfermato la sua posizione di astensione: "La vicenda Salini è contorta è alquanto strana visto che è passata attraverso due sentenze di tribunali diversi. la prima del Tar del 1999 ha visto il Comune avere ragione su quasi tutta la linea difensiva, la seconda causa del Tribunale civile del 2017 ci ha visto avere torto condannandoci a pagare 2,5 milioni di euro. Ma dalla lettura dei documenti del secondo contenzioso, che abbiamo visto solo in parte, ci sono arrivata una perizia del Ctu totalmente errata, una perizia del Cpt che non è stato in grado di controbattere integralmente il lavoro del Ctu. Forse - ha detto Mauro Fioratti Spallacci - il nostro legale non è riuscito a rendere chiaro al giudice che il terreno non era edificabile. E ci siamo ridotti a discutere della vicenda solo tre anni dopo la sentenza con i precetti di pagamento in corso, E siamo passati attraversi tre Consigli comunali e accorate richieste del sindaco di accogliere la transazione per non fa finire il Comune in default. Abbiamo chiesto solo di rinviare di 30 giorni il punto per esaminare le carte, di avere un confronto con i legali. Tutto quello che da noi è stato richiesto non è stato nemmeno preso in considerazione, Chiediamo dunque nuovamente un rinvio di 30 giorni, altrimenti per rispetto della maggioranza cui apparteniamo il nostro voto sarà di astensione. Non ce la sentiamo di votare una cosa simile".

Una posizione condivisa dal capogruppo di Piazza Civica, Pino Petito. "Siamo sinceramente convinti che il sindaco ha fatto le scelte più opportune per la città, ha avuto il coraggio - ha detto Petito - di chiudere un contenzioso. Ma questo non è un voto di fiducia sul sindaco – che avremo espresso favorevolmente – ma è un voto su un atto di grande gravità, dalle conseguenze politiche e personali ingenti a cui ciascuno dei consiglieri che lo vota sarà chiamato a rispondere in futuro personalmente. Invece siamo arrivati impreparati a questo momento, non nella piena condizione di poter esprimere con serenità, piena coscienza e convinzione un voto così importante. Queste sono scelte che vanno ponderate, che non possono essee prese con una pistola alla tempia. Serviva più tempo per acquisire un altro parere o per capire se continuare l'azione legale. Per tale ragione, seppur a mlincuore e con profondo dispiacere, ci asterremo".

Il sindaco Antonio Terra ha invece attaccato l'opposizione e i consiglieri ribelli, rimarcando come sulla questione ci sia la spada di Damocle di una sentenza del Tribunale di Latina, che ha riconosciuto un indennizzo di oltre 4 milioni di euro, che potrebbe mettere a rischio default il Comune. "Ho cercato di capire l'intervento di alcuni consiglieri, anche sforzandomi però non l'ho capito. Si vede che non avete studiato, che nob avete letto bene le carte. Purtroppo c'è una sentenza e c'è un Ctu che ha fatto le sue valutazioni. senza contare che il nostro consulente di parte aveva stimato comunque quei terreni in 1 milioni di euro. Noi quindi - ha detto il sindaco - qualcosa dobbiamo dare alla società, invece oggi scopro che per qualcuno di voi è meglio se la banca ci mette da parte 7 milioni di euro, che ci vengano pignorati 7 milioni di euro piuttosto che pagare 2,5 milioni spalmati su cinque anni".  Alla fine però, malgrado le tante astensioni, la delibera sull'accordo è passata sul filo di lana.